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Stiglitz è premio Nobel per l'economia del 2001 E' stato vice presidente senior alla Banca Mondiale dal 1997 al 2000 Il libro è "mignon" e riporta il resoconto di una conferenza tenuta nel gennaio 2001 a Roma. Interessanti spunti sul ruolo dello Stato nell'economia e sulla necessità di trovare la giusta complementarietà fra Pubblico e Privato. Integrano il libro altri interventi di altri autori. Per capire il pensiero dell'autore bisogna rivolgersi ad altre sue opere.
Recensioni
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Uno dei più grandi economisti viventi affronta, in questa lecture dallo stile chiaro, conciso e penetrante, i nodi irrisolti dell'economia globale. La condizione prevalente è oggi quella di una grande incertezza, determinata da un'imperfetta distribuzione delle informazioni, e dalla connessa difficoltà di porre in atto adeguate politiche di stabilizzazione. La globalizzazione porta infatti con sé il paradosso di porre domande nuove agli Stati-nazione, ma di ridurre al tempo stesso drasticamente la loro capacità di affrontare simili domande. Anche un secolo e mezzo fa, quando si formarono gli Stati-nazione, erano in corso processi di riduzione dei costi di comunicazione e di trasporto analoghi a quelli che hanno dato origine all'attuale processo di globalizzazione. Ma in quella fase i governi mostrarono una più alta capacità di regolare simili processi. Oggi, la globalizzazione è priva di istituzioni in grado di affrontare le sue conseguenze. Abbiamo un sistema di governance globale, ma ci manca un governo globale. Anzi, ne abbiamo uno, implicito e improprio, quello che, con forte ironia, Stiglitz chiama «il G1»: il potere, assoluto e incontrastato, degli Stati Uniti. E proprio nel momento in cui la necessità di solide istituzioni internazionali sarebbe più forte che mai, la fiducia in quelle che esistono, come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, raggiunge i livelli più bassi. Il risultato di tutto ciò è un mondo che, per essere ormai privo di rivali, non è per questo meno imperfetto. Oggi siamo tutti ben consapevoli dei benefici che derivano dal mercato, ma siamo anche assai consapevoli dei suoi fallimenti. Sappiamo bene che quando l'informazione è imperfetta, i mercati non funzionano. Al tempo stesso abbiamo piena contezza delle difficoltà che i governi hanno nell'affrontare simili fallimenti del mercato. Non ci vuol molto a riconoscere che i nostri processi democratici sono ancora largamente imperfetti. L'obiettivo verso il quale bisogna tendere è dunque il raggiungimento di regole migliori, veramente più democratiche. In ciò la nozione di «trasparenza» è davvero fondamentale. E la democrazia in fin dei conti si rivela, agli occhi di Stiglitz, come il vero tema ineludibile nell'era della globalizzazione. Originato da una lecture tenuta a Roma nel marzo del 2001, il testo di Stiglitz si avvale qui di un'Introduzione di Laura Pennacchi e dei commenti di Elena Granaglia, Marcello Messori, Paolo Onofri e Ruggero Paladini.
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