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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Difficile definire con un aggettivo questo lavoro. Avvincente la trama che parte dagli anni '60 del secolo scorso, per poi giungere, come un'onda lunga e oscura, sino ai recentissimi giorni della psicosi pandemica. Una vicenda oscura, un thriller psicologico, un'incursione nel paranormale e nell'occulto, che riesce però ugualmente a rimanere ben radicata in un concreto realismo storico. Inusuale e gradevole l'idea di una protagonista femminile che parla in prima persona, da parte di un autore uomo, che tuttavia si dimostra in grado di trasmetterne in modo credibile sfumature e vibrazioni. E intriganti gli intermezzi di riflessione, giocati tra teologia, psicologia, filosofia esistenziale ed istanze sociali. L'ottimo dosaggio degli ingredienti fra intrattenimento e profondità ne fa una lettura gradevole, non banale, e appagante a livello intellettuale.
Ho acquistato questo libro per caso, in una libreria di un cc mi è stata fatta una domanda: ti piacciono gli horror thriller? Ho risposto che mi piace leggere un po' di tutto non ho un genere specifico. Devo ammettere che la curiosità che mi ha lasciato il racconto della persona che mi ha posto il quesito ( poco dopo ho scoperto essere l'autore del libro) , mi ha spinto a comprarlo e finirlo in pochissime ore. Mi sono appassionata ai personaggi e immedesimata nella storia. Grazie davvero all'autore per il suo modo coinvolgente di raccontare una storia molto delicata
Nutro sentimenti contrastanti per questo libro. Poteva essere un capolavoro, ci si avvicina davvero tanto, soprattutto nella prima parte, ambientata nel '68-'70. Meravigliosa la figura enigmatica e sfuggente di Luc, la storia di Nadir, le descrizioni della possessione di Liliana, dell'esorcismo finale... E anche Eva, la protagonista della storia, è caratterizzata bene. Non ho apprezzato gli "spiegoni", però. Ce ne sono un po' ovunque, nascosti da dialoghi inconcludenti e non funzionali come quello fra Eva e padre Monaldo. Ce ne sono moltissimi soprattutto nella seconda parte, quella del 2020, che francamente distrugge la bellezza dell'opera. Ma la fracassa proprio, eh. Lo scrittore è un no vax, va bene, pace all'anima sua. Ma c'era proprio bisogno di modificare completamente il carattere di Eva e trasformarla in una vecchia rimbambita? Dialoghi assurdi, micro-saggio conclusivo che appesantisce il tutto, l'originalità rasa al suolo... mi è dispiaciuto moltissimo finire così un libro che poteva essere molto, ma molto migliore di così.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo è uno di quelli. Di cosa sto parlando? Di quei libri che, una volta, cominciati, non vorresti mai smettere. Imago Lux (304 pagine, 15 euro), di Adriano Angelini Sut, edito da Ensemble, è un’opera magnetica, che ti afferra senza lasciarti mai veramente andare. Il merito è certo di una scrittura che non si perde in fronzoli, ma che al contrario arriva dritta al punto, in maniera diretta e asciutta.
Il vero pezzo forte è la trama, un condensato che si immerge nel mondo dell’occulto, del satanismo, dello spiritismo, pur conservando la freschezza e la seducenza del noir. Da Roma sino all’Occitania francese, la storia di Eva, una ragazza di buona famiglia che, suo malgrado, sarà invischiata in una trama diabolica nella quale cadranno prima la sorella Liliana e successivamente la nipote Giulia. Pagine dense di cultura, con precisi rimandi storici, affascinano il lettore in una lettura che si fa via via pericolosa e intrigante, dove l’eterna lotta tra il Bene e il Male diventa il piano di lavoro sul quale gli avvenimenti si rincorrono.
Lungo un arco temporale di quasi cinquant’anni le vicende narrate si impregnano di possessioni, misteriose scomparse, esorcismi e indagini per scoprire la verità dei fatti. Rimanere indifferenti è praticamente impossibile. Angelini Sut ci consegna un libro avvincente che talvolta spaventa, ma che soprattutto fa riflettere: nel dualismo tra Dio e Satana, l’uomo diventa artefice del proprio destino. Il suo libero arbitrio diventa la spada con la quale può salvarsi. Oppure la corda con cui è libero di impiccarsi.
Recensione di Alessandro Orofino
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