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Homo migrans. Discipline e concetti per un curricolo di educazione interculturale a prova di scuola
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Descrizione


Questo libro è un "Catalogo curricolare" comprendente i contenuti che gli insegnanti dovrebbero padroneggiare per fare intercultura a scuola. Nell'introduzione il curatore passa in rassegna le soluzioni che nei paesi occidentali sono state messe alla prova in questi ultimi trent'anni e avanza la proposta di un approccio allo studio dell'"Homo migrans", mirato a ridefinire l'immagine di un uomo "stanziale" consolidato dalle pratiche scolastiche correnti. Nella seconda parte si disegna la mappa dei concetti essenziali esplorati attraverso una fitta trama di contributi multidisciplinari.
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Dettagli

2
2002
10 maggio 2005
480 p.
9788846408099

Voce della critica




Nigris, Elisabetta (a cura di), Educazione interculturale, Bruno Mondadori , 1996
Damiano, Elio (a cura di), Homo Migrans. Discipline e concetti per un curricolo di educazione interculturale a prova di scuola, Angeli, 1998
Operti, Laura (a cura di), Cultura araba e società multietnica. Per una educazione interculturale, Bollati Boringhieri , 1999
recensioni di Ronzon, F. L'Indice del 1999, n. 11

A partire dagli anni ottanta, con il passaggio dell'Italia da luogo di emigrazione a terra di immigrazione, il panorama editoriale nazionale relativo all'educazione all'"alterità" è entrato in una fase di espansione al limite di un vero e proprio "business" universitario. E questo con tutti gli affanni e i disordini del caso. Anche se individuato da una comune etichetta disciplinare, il panorama dell'educazione interculturale si presenta infatti come un campo di riflessione al confine tra autori, bibliografie, e tradizioni di ricerca fortemente eterogenee, spesso di differente valore, e caratterizzate da una marcata divisione del lavoro intellettuale per "scuole nazionali": le politiche di inserimento sociale nel Regno Unito, la traduzione e il processo di acquisizione e trasmissione culturale negli Stati Uniti, gli stereotipi e le rappresentazioni collettive razziste dell'"alterità" in Francia.

Il libro curato da Elisabetta Nigris consiste in una densa, agile e ben aggiornata raccolta caratterizzata soprattutto dall'enfasi sull'aspetto analitico e teorico della ricerca. Di qui la presentazione di un insieme di topiche sviluppate in una prospettiva di analisi "focalizzata" e attenta al dettaglio che ben si presta a evidenziare il passaggio e l'aggiornamento teorico avvenuto rispetto ai modelli interpretativi elaborati negli studi migratori "classici" (precedenti la seconda guerra mondiale): dalle teorie sugli stereotipi a quelle più plastiche sui "prototipi" cognitivi, dalle ipotesi sull'inculturazione, a quelle più articolate sulla memoria culturale e sull'"apprendimento distribuito", dai modelli dei bisogni "basilari", all'interpretazione differenziale dei contesti culturali e alla problematizzazione delle modalità di rappresentazione antropologica.

Anche il libro curato da Elio Damiano si presenta come una rassegna di tipo teorico. In questo caso a risultare interessante però è il suo decentrare la questione dell'educazione interculturale facendola intersecare con quella limitrofa e più in generale dell'emigrazione nel mondo contemporaneo. Una mossa utile a evitare l'isolamento del problema educativo in approcci "applicativi" o "specialistici" troppo chiusi in se stessi, e a ricollocare la questione nel mondo sociale generale attraverso l'uso di quadri interpretativi di largo raggio. Da un lato in relazione a questioni sociologiche ed etno-antropologiche come l'alterità, il relativismo, le minoranze, e i disequilibri politico-economici, dall'altro a problemi di storia e geografia delle migrazioni.

Se i libri a cura di Nigris e di Damiano si presentano come raccolte centrate sull'esposizione di modelli teorici, l'opera a cura di Operti rappresenta invece il loro corrispettivo sul piano della ricerca e dell'intervento concreto in relazione a un obiettivo particolare: il mondo dell'immigrazione araba in Italia. Ben documentato, ricco in contenuti informativi, ed elaborato a più piani e dimensioni, il volume è dedicato dapprima all'analisi di alcuni aspetti generali della cultura araba - l'Islam, il territorio e l'ambiente, il rapporto tra "Occidente" e mondo Medio-Orientale -, e poi si affida a una serie di indagini relative alla presenza araba in Italia e in Europa: i suoi caratteri generali, le sue differenze interne, i rapporti con il nuovo ambiente. In conclusione il resoconto di alcune esperienze di lavoro interculturale relative a settori specifici: la lingua e i contesti educativi; le relazioni tra mamme, bambini ed educatori nell'ambito dei servizi pubblici; il ruolo del cinema e della musica come canali di mediazione interculturale.

A cercare un percorso comune attraverso le tre opere si potrebbero avanzare due considerazioni; una positiva e una negativa. Si tratta di guide utili all'interno delle posizioni e degli stili di ricerca mobilitati dalla questione dell'educazione all'"alterità", ma si tratta di testi che fanno tuttavia emergere il limite delle scelte editoriali operate sul mercato italiano in questo settore e in quello dell'immigrazione in generale: il loro aprirsi a forbice da un lato in direzione di opere a carattere strettamente descrittivo (a volte quasi un raddoppio dei censimenti e della burocrazia statale), e dall'altro in direzione di riflessioni di ordine molto teorico e generale ma con limitati tentativi di aggancio e mediazione sul piano delle ricerche effettive. Mancano ricerche di tipo "qualitativo", studi cioè "sul campo", interessati non solo a produrre dati o spiegazioni, ma anche ad articolare delle "descrizioni dense" in grado di rendere comprensibile il senso umano degli eventi, dei contesti, delle pratiche, e dei discorsi in gioco nelle situazioni di incontro culturale nel mondo contemporaneo.

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