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Fortunatamente aleggia sempre una buona dose di ironia nei libri di Nabokov - egli sembra voler dire che è un grande diverimento letterario da non prendere troppo sul serio – perchè le vicende di Martin sono tragicomiche e il mondo degli esuli, tra rimpianti della patria, letterati dilettanti o quasi, giornalisti, nobili decaduti e personaggi vari in fondo fa sorridere. La postfazione afferma che per apprezzare al meglio questo romanzo occorre conoscere bene la letteratura russa. Io non sono d'accordo, certo molte cose non le ho capite (per esempio non sono un esperto di metrica, non conosco la poesia russa dell'ottocento e non amo la filosofia) ma non importa. Non è un saggio critico ma un romanzo sulla letteratura ed altro, un grande romanzo di Nabokov. Felice rilettura e quattro stelle.
Un amico ha deciso che non posso sottrarmi al piacevolissimo dovere di leggere le opere di Nabokov, possibilmente tutte. “Gloria” è il secondo romanzo che mi propone, e la prefazione scritta da Nabokov stesso vale da sola l’intero romanzo, la cui storia merita di essere conosciuta per entrare in contatto con le biciclette nere che corrono sulle foglie secche, con i cigni neri dai becchi rossi, con i francolini di monte alla salsa di mirtilli. Un libro con un’ immensità massacrante proprio per la fragilità dello stile con cui è narrato e poi per il protagonista Martin che è di una bellezza incredibile. Leggete Nabokov, leggete la grandezza e mai la mediocrità.
“Gloria” è il secondo romanzo che mi ha proposto una amico lettore vorace e ammirato di Nabokov e che mi chiede di leggerli tutti. La prefazione scritta da Nabokov stesso vale da sola l’intero romanzo, la cui storia – Martin che nasce, vaga e presto o tardi si smarrirà, destino comune a ogni sorta di emigré esistenziale – merita di essere conosciuta per entrare in contatto con le biciclette nere che corrono sulle foglie secche, con i cigni neri dai becchi rossi, con i francolini di monte alla salsa di mirtilli. Una scrittura incantevole alle volte troppo incantata da sé stessa.
Recensioni
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