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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2015
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Forse lo scrittore è troppo bravo ad imitare volutamente la scrittura ornata e barocca dell'epoca, il gusto per l'iperbole e le descrizioni ultradettagliate, ma ciò si tramuta in una noia mortale...ho dovuto abbandonare dopo l'ennesimo termine in vezzeggiativo, l'ennesimo elenco particolareggiato fino alla morte e l'ennesima descrizione di atti sessuali piena di immagini melense ed assolutamente improbabili...credevo che la vita di Don Giovanni fosse un po' più avventurosa, un po' più di cappa e spada, al limite un inseguimento da parte di mariti inferociti...l'unico che cerca di affogarlo è un povero tizio sterile che gli propina volontariamente la moglie per avere dei figli!
Libro decisamente ben scritto, descrizioni preziose e affascinanti, incontri amorosi narrati in modo superbo, affresco storico preciso e puntiglioso. Basta, sembra più un esercizio di stile che un romanzo, a meno che non siate appassionati di conoscere tutta la vita di Don Giovanni minuto per minuto ve lo sconsiglio. Non c'è approfondimento psicologico dei personaggi, non c'è nessun cambio di ritmo nella trama, non ci son dialoghi degni di questo nome. Insomma, una noia mortale. Bellissimo involucro che che cela un contenuto troppo stentato.
Non aspettavo latro che questo romanzo..... quante idolatrie di questo nome: Don Giovanni. La sua vita sulle dita di Mozart, nell'inchiostro di Goethe..e via e via per tutte menti scolpite ormai nel marmo, che più di raccontare una storia hanno raccontato il loro enorme talento..... ed ecco arrivare uno scrittore umile che mette insieme informazioni su un uomo e non su una passione corporea o mentale che sia... Aspettiamo il secondo giorgio
Recensioni
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Primo di quattro volumi sulla vita di Don Giovanni, Il giardino dei melograni di Giorgio Taborelli, scrittore e storico della cultura, rappresenta un viaggio raffinato nel mondo erotico e sensuale del cavaliere protagonista di capolavori letterari e musicali. Don Giovanni Tenorio, che già a undici anni conobbe l'ardore femminile sul suo giovane corpo in quel di Siviglia, si racconta in questo romanzo della propria vita.
Tutto iniziò in braccio a donna Laura, marchesa di Taurano, amica come sorella della madre di Giovanni che accolse il giovane orfano al suo arrivo dalla Spagna nel Regno di Napoli, nel casino di Posillipo di cui era tenutaria e nel quale sarebbe andato ad abitare. Da quella prima iniziazione all'amore, piena di tenerezza e di rispetto, Eros divenne il faro dell'esistenza di Don Giovanni e lo condusse di terra in terra, da un talamo all'altro.
Seguiamo così il peregrinare del giovane seduttore tra i casali e le terre contadine o nelle fredde serate nei castelli dell'Irpinia, poi la trasferta in Albania dalla damigella di Durazzo, fino al trasferimento nel Regno di Sicilia, dove ricevette persino le attenzioni morbose e imprevedibili da parte della badessa di Tusa. Ma il viaggiare e l'infrangere cuori per Don Giovanni pari sono: così si spostò negli stati del duca di Savoia e poi in quelli del re di Francia dove si trovò alle prese con le sottane della moglie di un banchiere, a Parigi con mademoiselle Lété e poi nello storico bordello di rue Saint-Marceau.
Toccate, tante, altrettante le fughe. Dai letti, dai corpi, dalle donne. La "carriera" del seduttore infelice prosegue così, senza sosta, senza meta, se non quella di praticare l'erotismo in tutte le sue forme e senza mai stancarsi. Fino all'incontro con una donna vergine di nome Mariette, la prima per Don Giovanni, che avvenne in un castello rustico nel cuore delle Fiandre. Ed è lì, a Bruxelles, che il libro si chiude, salutando il simpatico Don Giovanni e la sua sete di incontri in libertà.
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