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Giallo Milano - Giancarlo Bosini - copertina
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Giallo Milano

Descrizione


In una Milano tra realtà e fantasia, l'architetto Luigi Bellotti, docente della Facoltà di Architettura, indaga sulla scomparsa della collega Irene, ripescata cadavere nelle acque del Naviglio Grande. In uno scenario che va dalle prime rivendicazioni studentesche alla strategia della tensione, Bellotti scoprirà che i motivi della morte di Irene hanno radici molto lontane nel tempo. Ma non è tutto, le sue indagini lo porteranno a scoprire molto di più. Ma qualcuno trama nell'ombra per nascondere o distruggere verità scomode. Il romanzo, pur attingendo da alcuni fatti storici, è un'opera di totale fantasia. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.
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Dettagli

2016
29 aprile 2016
Brossura
9788863079838

Valutazioni e recensioni

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maggpenn
Recensioni: 5/5

Milano anni ’60, Luigi Bellotti, docente di restauro presso la facoltà di architettura, se la deve vedere con le prime proteste studentesche e la presa di coscienza di alcuni operai della sua squadra, incaricata del restauro di una chiesa alla periferia della città. La sorte di una giovane donna trovata affogata nel Naviglio si intreccia con quella di Bellotti, l’unico ad averla riconosciuta e l’unico che sembra intenzionato a indagare sulla sua morte, che invece le forze dell’ordine vogliono archiviare in tutta fretta. Con il pretesto della trama gialla, inserita nella suggestiva urbanistica di una Milano navigabile, “Giallo Milano” già dalle prime pagine conquista, rapisce e induce a fantasticare su come era o come sarebbe stata e com’è oggi quella chiesa, quella via, quell’angolo della città. Per appassionati di storia dell’arte, in particolare di quella di Milano, ma non solo, anzi: dopo aver letto questo romanzo viene subito voglia di saperne di più.

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Ornella Nalon
Recensioni: 4/5

Inizialmente, la notizia del ritrovamento del cadavere di una donna in un canale  lascia Luigi Bellotti quasi indifferente; una tragica notizia tra le tante. Ma quando scopre che si tratta di Irene Papandrea, una collega che lui ha sostituito nella direzione dei lavori di restauro in una chiesa, gli si è subito acceso un campanello d'allarme.  Un campanello che diventa sempre più squillante quando scopre che la defunta sosteneva di avere trovato nella chiesa alcuni progetti di Leonardo, e che lui stesso, coadiuvato dall'amico esperto d'arte De Cristofori scopre un dipinto apparentemente attribuibile allo stesso Leonardo. Ma di quanto reperito dalla Papandrea non c'è alcuna traccia e appare del tutto chiaro che il personale ecclesiastico che lo ha incaricato dei lavori cerchi in tutti i modi di sminuire la sua presunta scoperta e di ostacolarne la sua convalida. Da tutto questo ne esce un aggrovigliato intreccio che sembra coinvolgere le alte sfere clericali, politiche e persino i servizi segreti, in uno sfondo milanese freddo e nebbioso, che oltretutto sta attraversando i contestati anni del sessantotto, con i suoi noti movimenti studenteschi e operai. Un classico giallo, quello di Giancarlo Bosini, che nulla ha a che fare con i toni adrenalinici del thriller. Niente scene veloci, immagini che si susseguono freneticamente, ma una trama i cui misteri si delineano con il naturale scorrere della vita del protagonista e arricchita da una spiccata attenzione ai particolari, che dispone il lettore, non solo alla curiosità di scoprire la soluzione, ma anche all'immedesimarsi delle situazioni e al sentirsi parte integrante dei luoghi descritti. Non possono passare inosservati i precisi riferimenti stilistici architettonici di alcuni monumenti menzionati, né quelli particolareggiati sulle caratteristiche tecnico storiche e di restauro delle varie opere, che solo un conoscitore della materia poteva dare, se non un appassionato che ha eseguito delle buone ricerche.

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tiziana
Recensioni: 4/5

Titolo azzeccatissimo perché in due parole definisce questo thriller un inconsueto, in cui l’autore dà molto spazio agli argomenti dell’arte e dell’architettura in una città come Milano, splendida e poco conosciuta; la sua competenza di architetto inserisce pagine molto interessanti sulle tecniche di costruzione degli antichi edifici e sulle tecniche dell’affresco come solo uno specialista avrebbe potuto fare. Un arte-thriller o archi-thriller? Ma il libro è ben tinto di giallo: come il colore classico dell’architettura settecentesca milanese, ripreso e sparso a piene mani nella città che ne viene rallegrata e scaldata, ma anche come il colore dell’omicidio che si insinua a poco a poco e si allarga a macchia d’olio. Milano è protagonista assoluta, non è solo sfondo all’azione: i personaggi si muovono in una città vivissima, proprio in un momento in cui attraversa un particolare fermento culturale, politico, storico, il Sessantotto, gli anni infuocati delle rivendicazioni degli studenti, delle occupazioni delle scuole, delle università, delle fabbriche con gli scioperi degli operai. Un giallo da non perdere!

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Voce della critica

“La carta e l’inchiostro. Due inconsapevoli strumenti della narrazione del passato e del presente. Testimoni di fatti avvenuti o ambasciatori di avvenimenti non ancora accaduti. Nella carta e nell’inchiostro sono conservati secoli di storie. Dalle più grandi alle più modeste. Pubbliche e intime, vere o false”. Credo che queste poche righe possano in qualche modo racchiudere l’indagine alla quale ho assistito leggendo questo piacevole giallo di Giancarlo Bosini.

Parliamo questa volta, prettamente di un giallo, nulla di spaventoso, nulla di ciò che caratterizza il genere thriller. Un po’ di suspense? Sì, ma non troppa. Navighiamo lentamente tra i navigli, passeggiamo tra le vie di Milano, tra le case dalle tinte gialle, quel tipico “Giallo Milano” e siamo in pieno clima sessantottino! Le prime contestazioni studentesche, i primi scioperi e lotte operaie, dove il mondo politico attua la strategia della tensione sperando di placare gli animi. L’architetto Luigi Bellotti, docente alla facoltà di Architettura, si trova, suo malgrado, immischiato in una brutta faccenda, in cui pare c’entrino i servizi segreti deviati, la politica e il clero: una miscela esplosiva per far sì che il Bellotti rischi addirittura la vita per far emergere la verità. Una verità scomoda che sarebbe meglio lasciare lì, insabbiata, come lo era da anni, da secoli! Invece no, lui è un testardo, un uomo sano di principi, leale. Quando capisce che la morte della collega che lavorava allo stesso progetto di restauro alla chiesa per il quale è stato chiamato lui, è in qualche modo collegata a certi ritrovamenti fatti durante i lavori, vuole andare fino in fondo nonostante le, non troppo velate, minacce che gli giungono dalle alte sfere politiche.

È davvero un’opera di Leonardo quella che si nasconde lì sotto? Esiste davvero un libro dal quale l’artista ha tratto ispirazione per i suoi immensi progetti? E perché è così importante che non venga alla luce? E poi c’è quella lettera. Non vi dico altro.

Un romanzo dove realtà e fantasia trovano un perfetto equilibrio, ripercorriamo alcuni fatti storici affiancando Luigi nell’indagine. Ci caliamo un po’ nel suo privato: single, pochi amici, una vita tranquilla e poco vivace per la sua ancor giovane età, una mamma iper protettiva e un papà ammalato con il quale ha un rapporto contrastato. E un vecchio amore dell’adolescenza, mai dimenticato, che il destino forse vorrà far ritrovare. [Continuo a pensare che il fato esista, che tutti rientriamo in un disegno al quale non possiamo sottrarci, almeno completamente, ma credo che (…) stia a noi saper cogliere le possibilità dalle quali dipenderà il nostro presente e il nostro futuro.]

Le splendide descrizioni della Milano vintage ci fanno rivivere un passato non troppo lontano che, per chi conosce la città, è sicuramente un bel ricordo e per chi non la conosce è un piacevole viaggio nel tempo. [Guardo il fiume di questa città. Con i suoi bazar e i suoi barconi mi rammenta i navigli che furono testimoni inconsapevoli di una storia maledetta.] Le descrizioni delle opere architettoniche, a volte un po’ troppo tecniche per i non addetti ai lavori, sono affiancate ad altre quasi poetiche del suo lavoro, un lavoro che l’Autore fa di professione e che tra le righe si capisce bene quanto sia appassionato!

Scrittura fluida, niente fronzoli inutili, 140 pagine ben scritte che si bevono come un buon caffè dal retrogusto un po’ amaro per le riflessioni che ci lascia sul finale.

 

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