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Galeni Pergameni De Temperamentis libri III. De inaequali intemperie Liber unius. Thoma Linacro Anglo Interprete. Cum Isagoge in eosdem libros, & scholijs marginalibus longè doctissimis per Iacobum Sylvium. Lugduni, Apud Gulielmum Rouillium, sub scut
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In 16, [mm. 118 x 76], pp. 192 – (29) – (3 bianche) – (6) – 154. In pergamena coeva con titoli calligrafati al dorso. Ai frontespizi delle due opere marca tipografica che raffigura un aquila ad ali aperte su di una base terminante in un piccolo globo, affiancata da due serpenti attorcigliati in basso. Ai fianco il motto In virtute et fortuna. Testate e capilettera ad inizio dei diversi libri xilografate. Da segnare che nella prima opera, le pagine 10-22 riferite alle Variae temperaturarum et intemperaturarum divisiones, sono stampate verticalmente. ESEMPLARE PERFETTO, salve alcune piccolissime infiorescenze tanto che nella seconda opera le pp. 7-10, 19-36, 99-102, 115-122, 147-154 sono INTONSE O PARZIALMENTE INTONSE. Galeno nacque a Pergamo nel 138 d.C. da una famiglia di architetti, i suoi interessi furono molteplici: divenuto therapeutes nel tempio di Asclepio, ad Alessandria approfondì gli studi di medicina dove apprese la dissezione. A Roma divenne rapidamente famoso ed ebbe fra i suoi pazienti anche l’imperatore Marco Aurelio, di cui divenne medico personale. Rimasto sempre a Roma vi morì probabilmente nel 200 d.C. secondo una nota della Suida: Di lui rimangono 108 opere di filosofia e medicina che sono giunte dall’antichità sia nella versione greca che in traduzioni latine di opere conservatesi in lingua araba, tramandando la medicina ippocratica. Le sua concezione dell’uomo ad opera di un singolo creatore lo rese accettabile anche da cristiani, ebrei e musulmani: il principio fondamentale della vita lo pneuma, venne interpretato come l’anima, la medicina galenica di fatto fu l’unica fino al XVI secolo, influenzando anche i medici arabi come Avicenna. Nell’opera Sui propri libri lasciò la propria biografia e la propria bibliografia, tutta orientata a dimostrare che la medicina è il massimo del sapere e racchiude in sé la filosofia, la letteratura. Thomas Linacre, autore del commento alle prime due opere, nacque probabilmente a Canterbury attorno al 1460 ed a lui si deve l’introduzione dell’insegnamento del greco ad Oxford. Scrisse molte traduzioni, soprattutto delle opere mediche di Galeno. Fu autore anche di una grammatica latina scritta in inglese ed ebbe tra i suoi allievi Thomas Moore. Morì nel 1524. Ai due libri del De Elementis col commento di Victor Trincavelius, segue il De natura humana di Ippocrate con il commento del padovano Andrea Brenta (1454-1485), e quindi i due ultimi trattatelli Ioanni Morino, criminum censori apud parisios aequissimo, Iacobus Sylvius medicus, ed infine In Hippocratis elementa Iacobi Sylvii medici commentarius.
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