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Nella ricca famiglia degli Amorelle si nasconde uno scheletro nell’armadio, la cui scoperta è all’origine di un dramma familiare. Ancora una volta Maigret si affida allo studio psicologico dei protagonisti per capire gli eventi. Simenon si dimostra un maestro, capace di descrivere luoghi e persone con poche righe. Delizioso il primo capitolo con la descrizione della casa di campagna di Maigret e l’incontro con la vegliarda Amorelle che scambia il commissario per il giardiniere.
Un accaldato ex commissario Maigret,impegnato a scacciare le dorifore dal suo orticello a Meung sur Loire in un pomeriggio di agosto,viene richiamato in servizio dalla arcigna e dispotica Bernadette Amorelle vedova del ricchissimo armatore Amorelle che si staglia nella porticina verde del suo giardino perché indaghi sulla morte della nipote Monita. L'ambiente artificiale di Orsenne,con le sue ville opulente e perfettamente in ordine,mette in difficoltà il commissario che non riesce a immergercisi,condizione imprescindibile delle sue indagini.Nonostante l'ostracismo che lo circonda, Maigret percepirà nettamente l'orrore celato in quelle stanze che ha preso corpo la notte della morte di Monita,tanto da esitare nel proseguire la sua osteggiata indagine per timore di trovare riscontri ai suoi sospetti.Fortunatamente i suoi uomini del Quai des Orfevres si dimostreranno ancora una volta cruciali,così come il contributo della inossidabile signora Magret al suo fianco, per risolvere il caso e dimostrare che il fiuto del commissario è inalterato come quando era ancora un servitore dello stato. Sarà però una mossa surrettizia nel finale a gettare luce su questa storia di arrivismo sfrenato e sete di potere perennemente sbilanciata tra presente e passato. Una indagine che evidenzia le capacità deduttive del commissario e il suo talento nel mettere a frutto il potenziale dei suoi collaboratori per arrivare in fondo a questa vicenda assolutamente congruente,tanto da potersi realizzare tranquillamente anche nella realtà.
Maigret è in pensione da un paio d'anni e non può più. Cura l'orto, ma quando una vecchia signora gli chiede (o quasi gli impone) di indagare sulla morte della nipote prediletta, Maigret accetta. E così riconosce un genero della signora, vecchio e disprezzato compagno di scuola, oggi facoltoso dirigente della grande azienda ancora di proprietà della suocera. Finale drammatico dopo rischi anche mortali subiti da Maigret.
Recensioni
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Scritto nell'estate del 1945 e pubblicato due anni più tardi, La furia di Maigret racconta una delle inchieste più belle e complicate condotte dall'inimitabile commissario. Strappato alla quiete della campagna francese, dove trascorre nell'ozio la sua estate di pensionato, Maigret è chiamato a fare luce sulla morte per annegamento della giovane Monita, rampolla della ricchissima famiglia Amorelle e Campois. La nonna della ragazza, Bernadette Amorelle, non crede alla tesi dell'incidente ed è convinta che la nipote sia stata uccisa. Con l'autorità e la decisione della donna di polso, l'anziana matriarca convince Maigret ad occuparsi del caso nonostante l'opposizione degli altri membri della famiglia che mal sopportano le sue "follie". D'improvviso il commissario viene catapultato nel mondo dorato dell'alta borghesia, fatto di imponenti ville sulla Senna, giardinieri, campi da tennis, barche, auto tirate a lucido; un ambiente dove regnano ostilità e ipocrisia e gli avvenimenti sono determinati da personaggi altezzosi, gelidamente condiscendenti. Come l'ambiguo Ernest Malik, genero di Bernardette e vecchio compagno di scuola di Maigret, o la sua esangue e assente consorte. Nell'imprevedibile finale le indagini condotte dall'ex commissario riusciranno a risolvere l'intricatissimo caso ma soprattutto a svelare le conseguenze del lato sordido e deprimente della natura umana.
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