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Anno edizione: 2020
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Flower Power: perché riconoscere i diritti delle piante è ormai indispensabile, anche per la nostra sopravvivenza. Le piante hanno diritti? E se ne hanno quali sono e cosa comporterà il fatto di riconoscerli?
Attribuire diritti a soggetti che ne sono privi appare da sempre un'idea stravagante; eppure non bisogna dimenticare che neri, donne e bambini un tempo non ne avevano alcuno e oggi anche questo ci sembra impensabile. Nei secoli l'uomo ha allargato la cerchia dei diritti in seguito a guerre o rivoluzioni, come forma di riparazione per le ingiustizie e i danni subiti. Ci riferiamo sempre a guerre umane, ma combattiamo anche contro un popolo silenzioso e pacifico, dal quale dipende la nostra stessa sopravvivenza e che malgrado questo abbiamo decimato, spingendo migliaia di specie sull'orlo dell'estinzione: il popolo delle piante. Firmare una pace con l'ambiente è ormai indispensabile per risolvere problemi globali come fame, migrazioni di massa, desertificazione, inquinamento e cambiamenti climatici. È giunto il momento di una «Dichiarazione universale dei diritti delle piante», che riconosca i diritti delle nostre sorelle verdi e garantisca anche i nostri.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho acquistato il libro dopo aver ascoltato un'intervista all'autrice su Radio3. Diventata vegana di recente, avevo cominciato a chiedermi se il veganesimo non fosse ancora una risposta parziale all'estensione di rispetto e considerazione ad altre specie oltre a quella umana. Questo libro ha risposto perfettamente a tutti i miei interrogativi: se le piante debbano essere detentrici di diritti, se si quali e quanto simili o diversi da quelli riconosciuti a umani e animali; e in che modo i diritti delle piante limiterebbero o interagirebbero positivamente con quelli riconosciuti ad altre specie. Le risposte ben spiegate nel libro incoraggiano ad abbracciare una politica piu "umana" anche nei confronti dei vegetali: riconoscere i diritti delle piante favorirebbe una vita migliore di tutte le specie sul pianeta, innescando un circolo virtuoso che favorisce anche la specie umana. E se questo comporta modificare il nostro modo di pensare noi stessi nel mondo, non implica tuttavia dover rinunciare alla nostra cultura, ma significa riformularla integrando altri comportamenti e altri interlocutori, ossia, in una parola, arricchiarla. Il libro è molto piacevole: è scritto benissimo e inserisce in modo interessante dati rilevanti all'interno di narrazioni di episodi significativi che vedono protagoniste alcune piante assurte alle luci della ribalta e le persone (piu spesso donne che uomini) che si sono battute per difenderle. Un grazie all'autrice per la guida alla riflessione offerta dal suo libro.
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