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Un saggio di interessante spessore teoretico, contenuto e obiettivi del quale sono comprensibili solo a partire dal sottotitolo, dato che la “fisica” rappresenta in realtà il terminus a quo utilizzato dall’Autore per affrontare una spettro molto ampio di temi caratteristici del pensiero aristotelico, nel suo variegato complesso - per quanto, all’altro estremo, non sfugga che la chiusura del cerchio della ricerca così impostata da Wieland lo conduca in buona sostanza a concludere per una visione di questa parte delle filosofia di Aristotele considerata alla stregua di vera e propria “filosofia prima” di quest’ultimo. Ne’ si tratta di opera storico-filosofica, dal momento che tutti gli assunti di fondo (salvo la parte introduttiva dedicata all’analisi di alcune voci del dibattito novecentesco) si sostanziano alla luce di uno sfondo ermeneutico che risente, spesso in termini accentuati, di fondamentali assunzioni filosofiche derivanti dal quadro di riferimento teorico-concettuale in cui si inscrive il pensiero di Wieland (al cui proposito risulta particolarmente fruttuoso leggere con attenzione la “postilla alla seconda edizione”, a fine volume). Per quanto riguarda la trattazione del nucleo dei “primi principi”, quel che qui si sostiene va perlomeno confrontato con l’opera di riferimento di Terence Irwin - mentre sia quanto all’analisi dedicata agli aspetti formali e ontologici della logica linguistica di Aristotele che nel merito specifico dell’approfondimento della sua “fisica” i 50 anni trascorsi dall’edizione 1970 impongono l’esigenza di integrare (e talvolta correggere) molte brillanti considerazioni dell’Autore con quanto nel frattempo elaborato dall’imponente letteratura critica nel frattempo sopraggiunta.
Il volume di Wolfgang Wieland è uno dei contributi più importanti per una comprensione autenticamente filosofica della fisica (e della metafisica) aristotelica. L'autore è stato allievo di Gadamer e proviene dalla tradizione dell'ermeneutica filosofica heideggeriana, ma non ha mai disdegnato un confronto produttivo con la filosofia analitica, che negli stessi anni (la prima edizione è del 1962) andava scoprendo il pensiero di Aristotele. In quest'opera Wieland propone una ricostruzione del metodo impiegato dallo Stagirita per la fondazione epistemologica della fisica: tale metodo consiste in un'analisi linguistica del discorso umano sui fenomeni naturali, nella convinzione che l'esperienza ordinaria del mondo sia innanzitutto linguistica. I principi della fisica, cioè gli elementi che costituiscono la struttura dell'ente in movimento, si troverebbero così nella struttura del discorso umano; la fisica si configura allora come una fenomenologia del movimento.
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