Nome d'arte di Ludmilla Babkova, attrice ceca. Volto dai tratti raffinati e signorili, sguardo e corpo seducenti, dopo il debutto a soli diciassette anni sul palcoscenico del Teatro nazionale ceco e alcuni film legati all'avanguardia nazionale del periodo, viene scelta dall'ufa, allora la maggiore casa di produzione tedesca, come star da opporre al cinema hollywoodiano. Recita in commedie musicali e film leggeri (come Barcarole, 1935, di G. Lambrecht) voluti da J. Goebbels (ministro della propaganda di Hitler) per distrarre il popolo tedesco dagli eventi politici. Più che alle doti di interprete, la sua fama è legata alla folle passione (forse mai consumata) di Goebbels, che per lei voleva lasciare la moglie e i numerosi figli. Concluso l'affair (per ordine di Hitler), nel 1938 ritorna in Cecoslovacchia e durante e dopo la guerra appare in ruoli minori in alcuni film italiani (da La fornarina, 1940, di E. Guazzoni a Ti conosco mascherina!, 1944, di E. De Filippo, a I vitelloni, 1953, di F. Fellini) e spagnoli fino al 1957, quando si ritira. Riapparsa occasionalmente in Le lacrime amare di Petra von Kant (1972) di R.W. Fassbinder, muore in povertà a 86 anni, lasciando le sue memorie nel documentario biografico Lida Baarova's Bittersweet Memories (Memorie dolci-amare, 1995) e in un'autobiografia ancora inedita.