Nome d'arte di E. Sullivan, attrice inglese. Inizia la carriera come danzatrice-cantante e dalla fine degli anni '20 lavora sui set del muto, dove conosce e sposa il già celebre C. Laughton. Artista di grande personalità, passa alla storia del cinema per l'indimenticabile caratterizzazione in veste svolazzante e chioma verticale «elettrificata» con striature canute di La moglie di Frankenstein (1935) di J. Whale. Insuperato per l'originalità dell'approccio, il film regala all'attrice un look ancora oggi imitato e un personaggio da ossessa, salvaguardandone, pur cadavere redivivo, la facoltà femminile di «schifare» il povero mostro per la cui felicità coniugale era stata invece fabbricata. I ruoli successivi la vedono divisa fra personaggi da thriller – La scala a chiocciola (1946) di R. Siodmak, Testimone d'accusa (1957) di B. Wilder, Il manichino assassino (1973) di G. Fenady – e parti da caratterista brillante, come in Mary Poppins (1964) di R. Stevenson o Invito a cena con delitto (1976) di R. Moore.