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Anno edizione: 2023
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Almirante e Rauti furono gli animatori di una comunità fortemente ostile alla radice fondativa della democrazia. E sono il punto d'origine di una certa destra contemporanea.
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interessante e ben scritto. quello che più mi colpisce e' la vigliaccheria che i fasciti hanno avuto tentado di addossare i loro atti criminali ad altre parti politiche (strage del 12 Dicembre 1969, su tutte) Non hanno mai messo la faccia nelle loro azioni odiose che hanno comportato vittime inermi: non loro nemici da sfidare a campo aperto, tranne nelle azioni squadristiche.
Il testo è un'analisi dettagliata sulle origini della destra italiana nel periodo che va dal 1946 al 1976 e si concentra sulle figure chiave di Almirante e Rauti. Attraverso una approfondita ricerca storica, l'autore illumina le intricate dinamiche politiche e sociali che hanno plasmato il panorama italiano durante quel periodo storico, fornendo una efficace chiave di interpretazione degli eventi che hanno caratterizzato la lotta tra fascismo e democrazia nel secondo dopoguerra italiano. Lo stile chiaro e coinvolgente permette al lettore di immergersi in uno dei periodi più turbolenti della storia italiana, contribuendo altresì alla comprensione della politica contemporanea nel Paese.
Puntigliosa ricostruzione documentata in diversi passaggi dalle stesse testimonianze dei neofascisti italiani che si ritrovarono sotto le bandiere del MSI: la saldatura iniziale in funzione anticomunista della nuova formazione politica, che accoglieva anche noti criminali di guerra, con settori della DC, con ambienti vaticani, con la Confindustria, con circoli dei servizi segreti americani; la presenza di personaggi come Guido Giannettini, Stefano Delle Chiaie e altri nomi che ricorrono nella “strategia della tensione”, per conquistare l’egemonia del pensiero di destra in combutta con organizzazioni estremiste – Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale – e apparati istituzionali – Polizia, esercito, servizi segreti. Per allargarsi poi a una dimensione sovrannazionale sotto lo scudo della NATO e degli USA. E negli anni settanta, oltre ai sanguinosi attentati che misero in pericolo la democrazia italiana, lo squadrismo fascista contro Camere del lavoro e circoli culturali, sedi del PCI, del PSI e dell’ANPI, auto di giornalisti democratici, studenti inermi, e tutto questo mentre il Movimento Sociale Italiano si proclamava l’alternativa d’ordine e invocava disciplina, autorità e religione, mettendo così in evidenza la contraddizione fra legalità proclamata ed eversione praticata. L’Autore identifica ruoli e posizionamento dei massimi dirigenti del MSI – Almirante, Michelini, Rauti, Romualdi e i loro rapporti con la galassia nera – e ridisegna la storia dello stragismo fascista compiuto sotto la protezione delle strutture dei servizi segreti. I molti virgolettati e le citazioni presenti nel testo sono in larga parte tratti da comizi, da interventi in organismi di Partito e in mozioni congressuali o da dichiarazioni ufficiali di dirigenti di primo piano o di contorno.
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