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«È ormai da secoli, forse da millenni, che mi trovo imprigionato tra queste pareti di bronzo. Ormai non ne avverto neppure più il freddo. Credo che il mio corpo si sia disfatto, divenendo indistinguibile dai metri di terriccio, sassi e mattoni che ricoprono me e la mia prigione. In teoria non esisto più, e da un bel pezzo.»
Creato sulla suggestione di un vero inquisitore catalano del Trecento, Nicolas Eymerich è un personaggio complesso, un "antieroe" che emana tutto il fascino dei grandi cattivi, ma con un tocco in più, perché combatte contemporaneamente contro il Nemico, Satana, e contro se stesso. Ha un ruolo e una missione ben precisi: obbedisce solo a Dio e difende l'ordine che la Chiesa ha il dovere di instaurare, l'unico possibile. Lo fa con la fermezza di un guerriero - la sua uniforme è la tonaca domenicana, il suo vessillo la croce -, la dedizione di un santo, la spietatezza di un tiranno. Eymerich è l'incarnazione del potere che omologa, reprime e distrugge e le sue vicende raccontano una storia dell'umanità come conflitto perenne tra chi detiene il potere e chi lo subisce, e magari prova a ribellarsi. Ma Eymerich non è solo il lato oscuro della Storia, è anche il lato oscuro di ciascuno di noi. La sua ombra si proietta nel tempo, tra il XIV, il XXI e fino al XXXII secolo, un arco temporale che racchiude l'intero ciclo dei romanzi, nel quale l'inquisitore è alfa e omega. E l'omega, il finale, dovrebbe preoccupare non poco i lettori.)Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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