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Oggi in Italia si discute parecchio a proposito del destino dell’insegnante di sostegno. Il Decreto del 2011, che istituisce l’ultimo percorso di formazione per questa figura, chiarisce che esso è stabilito «in attesa della definizione di specifiche classi di concorso e della correlata istituzione di apposite lauree magistrali». È la posizione sostenuta principalmente da FISH e FAND, le quali, con la Proposta di Legge C-2444, favorirebbero l’acquisizione di specifiche competenze in riferimento alle singole disabilità, per le quali l’attuale percorso di formazione annuale risulta inadeguato. Secondo Ianes tale prospettiva rafforzerebbe il meccanismo di delega dei docenti curricolari a quelli di sostegno di tutte le situazioni didatticamente difficili a causa della presenza della disabilità, oltre a collocarsi all’interno di una logica «privatistica» dell’insegnante di sostegno, affidato individualmente all’alunno con la specifica disabilità per effetto di una certificazione medica. La proposta di Ianes, invece, prevede un’evoluzione della figura dell’insegnante di sostegno, con il passaggio all’organico delle scuole di circa l’80% di essi. Questi andrebbero ad assumere la piena titolarità sulle cattedre, in compresenza, in base ai bisogni educativi delle scuole. Ci si richiama qui ad una lettura pedagogica dei Bisogni Educativi Speciali, che si andrebbe a sostituire alla certificazione sanitaria, necessaria attualmente per far scattare la procedura per la richiesta dell’insegnante di sostegno. Il restante 20% dell’attuale organico di sostegno andrebbe a costituire un profilo professionale altamente specializzato in grado di fare da supporto tecnico alle scuole. La materia è particolarmente delicata e necessiterebbe un approfondimento più adeguato e multidimensionale.
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