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Episcopo e C.I - Gabriele D'Annunzio - copertina
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Descrizione


Pubblicato in tre puntate sulla "Nuova Antologia" nel 1891 e in volume l'anno seguente, il romanzo breve "Giovanni Episcopo" è uno dei testi più interessanti e meno studiati dell'opera dannunziana. È la confessione di un delitto compiuto dal protagonista, un travet piccoloborghese, condannato fatalmente a condizione di "umiliato e offeso". Sul modello narrativo in parte dostoevskijano e in parte derivatogli dal romanzo psicologico francese e da Poe, D'Annunzio costruisce il suo monologo-confessione nell'ottica soggettiva di una percettività malata. La rappresentazione di un'umanità dissociata, in bilico continuo fra impulsi distruttivi e il miraggio di una possibile salvezza, il romanzo fonde il gusto tardo-positivistico per l'indagine di un caso patologico con quello di una scrittura romanzesca attenta alle più minute reazioni psicologiche. Il volume comprende anche altri racconti introvabili da decenni.
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Dettagli

2011
1 gennaio 2011
210 p., Brossura
9788862942089

Conosci l'autore

Gabriele D'Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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