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Nonostante gran parte della nostra esistenza sia in qualche modo contrassegnata dall'appartenenza a diversi gruppi, dentro e attraverso i quali cresciamo, lavoriamo, impariamo, giochiamo, l'interesse scientifico verso di essi, e ancor di più il loro studio e utilizzo, sono stati segnati da non poche resistenze, ambiguità e pregiudizi che non hanno pari nella storia delle discipline psicologiche.
La letteratura sui rapporti individuo-gruppo, individuo-società e sui problemi d'identità connessi con questi termini è molto vasta e spazia dalla sociologia alla psicologia, dall'antropologia al diritto. Grazie ai contributi di grandi studiosi afferenti ad aree della psicologia apparentemente differenti tra loro, è stato possibile sottolineare la natura profondamente sociale (gruppale) dell'uomo, superare la presunta dicotomia ontologica tra individuo e gruppo, considerare il gruppo straordinario strumento di sviluppo e trasformazione degli individui, spazio mentale e fisico in cui la convivenza con gli altri consente di soddisfare bisogni soggettivi e plurali, di valorizzare la propria autenticità, nell'incontro con la diversità. "Per comprendere l'intimità e la distinzione tra l'individuo e il gruppo - afferma Solomon Asch - dobbiamo cogliere l'insolito processo che dà vita ai gruppi a livello umano. è un processo nel quale i singoli assumono una parte straordinaria, mettendoci di fronte a un tipo di rapporto parte-tutto che non ha riscontri in natura...
Ciascuna persona è un centro di forze per il gruppo."
è su queste basi concettuali ed epistemologiche che il testo intende muoversi: un'analisi non riduttiva, articolata e multiforme dei possibili ambiti applicativi del gruppo psicologico, che, per poter essere compreso e soprattutto utilizzato, ha bisogno di diversi vertici osservativi che si soccorrano reciprocamente.
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