L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
“Donne nei loro letti” ha una logica onirica che offusca i confini tra sé e gli altri, i fatti e i sentimenti, il dramma e la realtà. ecco i punti di forza di gina berriault come scrittore: la precisa bellezza del suo linguaggio, i vividi confronti che disegna tra percezione e realtà, e l’enorme compassione con cui rappresenta i suoi personaggi.
«I racconti di Gina Berriault - veramente bellissimi - svelano un'autrice che sembra possedere la pietas di Cechov e la grazia di Katherine Mansfield, la descrizione di Carver e l'esattezza di Calvino - insomma, sono un miscuglio di straordinarie doti narrative, che rendono il libro un classico a sorpresa della grande letteratura novecentesca - un classico del tutto sconosciuto» - Mario Fortunato, L'Espresso
«Gina Berriault scrive con delicatezza ed emozione, con acuta intelligenza e in definitiva, con umanità» - Elle
«È una maestra della suggestione e conosce le bugie che si celano nel piccolo spazio dei segreti» - Lynell George, Los Angeles Times
Pubblicata per la prima volta nel 1996, quando l’autrice aveva settant’anni, Women in Their Beds è la raccolta finale di gina berriault. il volume rappresentò una svolta per berriault, portandole finalmente l’attenzione critica che meritava. Fu ampiamente elogiato dalla stampa e vinse numerosi prestigiosi premi letterari nazionali. lynell george del los angeles times book review scrisse: “gina berriault scrive dei letti che costruiamo e in cui poi siamo costretti a stenderci”.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è certo un caso se scrittori del calibro di A. Dubus e R. Yates si sono spesi affinchè il lavoro della Berriault ottenesse il riconoscimento che meritava. Yates, addirittura, scelse di chiamare sua figlia con lo stesso nome: Gina. A leggere questa raccolta, si capisce che molto li accomunava, che la radice dei loro racconti sta nell’essere umanisti. Le storie di questo volume prendono forma in maniera fluida e armonica grazie alla capacità della Berriault di legare assieme con perfetta coerenza differenti momenti e aspetti delle vicende. Questi, spesso, deviano dal loro percorso lineare per attingere dal passato o da altri punti di osservazione quegli elementi necessari alla narrazione. I racconti assumono quasi una tridimensionalità tanto sono precisi nel mostrarci dettagli senza i quali le vite narrate mancherebbero di vibrato. Il vibrato è proprio ciò che emana dalla compattezza del racconto, ovvero dall’essere riuscita – l’autrice – a gravare i suoi personaggi del tempo sedimentato dentro di loro, degli eventi che li hanno via via mutati in altro di lontano e diverso dalle loro aspirazioni. Tenere assieme tutto della storia di un essere umano è qualcosa che ne difende la dignità e in questo la Berriault è bravissima perché riesce a combinare note amare e leggere, ironia e pietà in maniera mai scontata o sopra le righe. L’equilibro e la limpidezza del suo stile sono un piacere e un’emozione per la lettura, ma anche una garanzia per il mondo che racconta, per le donne lo abitano e delle quali rispetta e difende sinceramente anche ciò che è andato perduto, che non si è saputo trattenere o governare. Una scrittrice sincera, realmente empatica, priva di ipocrisia, con lo sguardo ben aperto sull’umanità. Ci ha dato racconti bellissimi. P.S. Coloro che avessero letto “Ethan Frome” di Edith Warton, troveranno una sorpresa tra i racconti. Consiglio di riprendere il libro dallo scaffale.
Le storie di Gina Berriault danno un nome al dolore. Sia esso il dolore di un gruppo di donne internate, quello di una madre che ha perso la figlia, il tradimento delle aspettative di una madre, la pena di vivere all’ombra di un’artista, i sensi di colpa da cui riscattarsi, il dolore del tradimento di una madre. Dolori che non si possono raccontare, perché non è il momento. Ognuna di queste vite è attraversata da un’ombra. I protagonisti dei racconti, vittime ai margini della società, lasciano intravedere queste ombre dalle quali risultano spesso trasfigurati (come ne “Il naso di Anna Lisa”, dove la protagonista, reduce da un intervento di rimodellazione del naso, vive nell’ossessione che gli altri possano indovinare il suo segreto). Le sofferenze altrui non sono invidiabili nella scienza della vita e quelle declinate in queste storie sono sempre intime, mai urlate, tuttavia ancora più laceranti, perché pare di riconoscersi in certi dubbi e in certe malizie, nei sensi di colpa, nelle omissioni e nelle disattenzioni. La Berriault disegna persone e situazioni dalle quali non è possibile distaccarsi, perché non sono così distanti, non sono altro da noi, hanno le stesse fobie e le stesse manie, eppure ci spaventano come se appartenessero ad altre realtà. Per questo non ci riesce di restare indifferenti.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore