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"Nessuno pensa mai che potrebbe ritrovarsi con una morta tra le braccia e non rivedere mai più il viso di cui ricorda il nome. Nessuno pensa mai che qualcuno possa morire nel momento più inopportuno anche se questo capita di continuo, e crediamo che nessuno se non chi sia previsto dovrà morire accanto noi". Queste le prime righe di un romanzo che non solo toglie il fiato per il contenuto della storia e lo stile con cui è scritto, ma costringe il lettore ad una vera e propria prova di apnea mentale. Un tour de force fra pagine scritte fitte fitte, nella quasi assenza di capoversi e divisione in capitoli, e dove Marías prende il lettore per mano, o meglio: lo afferra per il polso, e lo porta nei suoi pensieri, nelle sue elucubrazioni, nella sua visione della vita e della morte. Una scrittura che è quasi un flusso di coscienza da cui è vietato distrarsi, soprattutto nell'ultimo capitolo, pena l'impossibilità di cogliere appieno una trama meschinamente geniale. Da leggere, assolutamente. Ma solo nel pieno silenzio e concedendo all'autore il permesso di toglierci il respiro per qualche giorno.
Un'inizio originale, che incuriosisce. Uno svolgimento un po' lento (il flusso di coscienza non rende la lettura leggerissima) che fa riflettere. Un finale inaspettato. Si continua a pensare al libro anche dopo che si e' chiuso. Lo consiglierei a chiunque.
Bé... che dire? Il connubio tra titolo e recensione mi ha indotto a leggere il libro. Ciò che ha deluso le mie aspettative sono le continue introspezioni del personaggio narrante, che, a mio parere, spesso risultano fuori luogo, noiose e ripetitive. Mi è piaciuto invece l' intreccio che l'autore ha saputo creare tra il protagonista e la famiglia della defunta Marta, e l' evento che, anche se macabro, ha generato la trama... Il tasto dolente, ripeto, è il dilungarsi immotivato di concetti che, se snelliti, avrebbero alleggerito la scrittura rendendola più scorrevole e piacevole. Sarebbe stato un buon libro di 150/180 pagine, invece, con le sue 280 pagine, è risultato mediocre. Molto meglio il suo collega spagnolo Carlos Ruiz Zafon con il suo bellissimo “L'ombra del vento”, che consiglio di leggere.
Recensioni
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