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In poco meno di 100 pagine si trovano condensate non solo le ragioni teologiche di una scelta non conforme alla posizione ufficiale del magistero sulla questione dell'eutanasia, ma anche una lucida e serena riflessione sul fenomeno della morte in generale. Che il Novecento avesse smarrito il senso della morte era già stato messo in evidenza dagli studi antropologici e sociologici, smarrimento che ha intensificato il desiderio d'immortalità per mezzo di tutti gli artifici possibili, dalla letteratura vampiresca ai sogni della medicina. La riflessione sulla propria morte, tuttavia, deve diventare un esercizio costante, perché solo in questo modo è possibile cominciare un confronto sulla dignità dell'andarsene. Con queste premesse Küng s'inserisce con grande libertà nel dibattito sull'eutanasia, considerando la necessità che al malato in fase terminale sia garantita una dedizione e una oblatività totale da parte dei medici, degli operatori sanitari, dei parenti e degli amici. Da questo punto di vista, un grande significato assume il ruolo dell'accompagnatore spirituale del morente, il quale interviene nel dare un senso e una qualità migliore alla vita del malato. Tutto ciò, però, potrebbe non bastare e allora Küng ammette, pur con le dovute precauzioni e le necessarie chiarificazioni, la liceità dell'eutanasia passiva e attiva dal momento che ogni persona deve essere libera di decidere della propria vita e della propria morte attraverso un testamento biologico che deve essere riconosciuto come documento legale. Superando le ristrettezze della teologia tradizionale, in questo libretto Küng offre al credente un adeguato e alternativo strumento per affrontare la modernità.
A me farebbe piacere che questo lucido e molto razionale libretto fosse divulgato e discusso. Credo che sul tema dell'eutanasia e della dignità della morte troppi si arroghino il diritto di sentenziare e decidere anche per conto degli altri. Penso che questo dell'eutanasia sia uno dei principali traguardi della civiltà. Le tesi di Kung sono, in questo senso, largamente condivisibili e molto meditate anche da un punto di vista teologico. E' una lettura fondamentale
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