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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Wang, Sophie e Telma sono le protagoniste di queste tre storie. Nulla le lega tra loro se non l'essere donne, l'aver visto il male da vicino e il fatto che le loro vite incontrano la psicoanalisi.
«Da psicoanalista, Luigi Zoja ha illuminato ciò che non sapevamo di noi. Da narratore ci butta nel mare aperto dell'ignoto che abitiamo, nel buio che ci abita. Il suo raccontare è implacabile» – Andrea Bajani
«Un libro in felice equilibrio fra la riflessione etica ed esistenziale, il resoconto terapeutico, il gusto per le storie avvincenti e ben raccontate» – Gianrico Carofiglio
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Una sofferta immersione nelle profondità del male nelle storie di tre personaggi femminili. La prima storia ci fa piombare nelle tenebre del male. La fortissima fascinazione per un evento (La grande rivoluzione culturale maoista del 1966) riesce a far perdere il senso della realtà a Wang, una ragazzina di appena 14 anni che, col il suo atteggiamento estremamente violento ed irrispettoso verso la madre (un' insegnante di tradizione confuciana), conduce alla morte la sua genitrice, in una sorta di orribile sarabanda di riti punitivi nei confronti di insegnanti e famiglie nella scia di un'assurda azione di drastica rimozione del passato. La seconda narrazione ci mette in contatto con il male di vivere di Sophie che, in comunità nell' asettica Zurigo del '78, è mentalmente tentata di partecipare ad un attentato eversivo, ma il senso di colpa la fa precipitare in un profondo stato depressivo. Solo con l'appoggio del suo analista, combattuto peraltro dai dubbi legati al pericolo concreto di infrangere il dogma del segreto professionale, Sophie riesce a "sorridersi", risultato di grande rilievo nella pratica psicanalista, più di uno spiraglio di guarigione. Infine la terza storia è ambientata a Buenos Aires nel 2018. Telma è in preda alla psicosi del vuoto esistenziale. Ultraquarantenne sposata con un figlio, non sa ancore che non è figlia di sua madre, bensì della trasgressione del padre, benestante imprenditore all'epoca della dittatura Argentina della metà degli anni '70, deceduto. Telma riesce a conoscere l'amara verità solo dopo un confronto con la zia paterna e dei tre episodi è forse quello meno angosciante, anche se il conflitto psicologico di Telma e il relativo faccia a faccia con la zia sono molto sofferti. Una lettura molto intrigante di un testo ben scritto, aderente alla realtà dei fatti, scevro da analisi eccessivamente professionali nell'esposizione a cui Zoja, celebre psicanalista, non indulge.
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