Un grand tour poetico lungo le coste del Mediterraneo: questo il viaggio in cui ci accompagna Enzo Rega in "Derive mediterranee. Immagini letterarie da Napoli all'altra sponda", edito dal'arcael'arco. Napoli, Genova, Cagliari, Siracusa sono solo alcune tessere del mosaico che si compone nella mente del lettore; un percorso che è un invito alla lettura, più che a una visita dal vivo: d'altronde, parola di Proust, "Forse non ci sono giorni [
] che abbiamo vissuto più pienamente di quelli che crediamo invece di aver trascorso senza viverli: cioè quelli trascorsi con un buon libro". Autori di ieri e di oggi restituiscono volti diversi del Belpaese; in un doppio percorso di andata e ritorno, scopriamo la presenza di Altri nel mare nostrum e nel loro sguardo uno specchio in cui leggere qualcosa in più su noi stessi. Le voci autorevoli di Goethe, Benjamin, Sartre, Vittorini si mescolano a quelle dei contemporanei: Francesco Biamonti, Ermanno Rea, Sergio Atzeni, Vincenzo Consolo ma anche Mohammed Lamsuni, Gëzim Hajdari, Bora Ćosić. Denominatore comune è la categoria di talassopoetica (poetica del mare) proposto dallo scrittore croato Matvejević, sulla cui base si raccoglie "il dialogo tra le voci letterarie che possono farsi ascoltare dalle due sponde del Mediterraneo, facendo del mare un ponte". Miscellanea di interventi giornalistici e lezioni universitarie, Derive mediterranee si illumina allo stesso tempo di chiarezza saggistica e scorrevolezza divulgativa, in uno procedere fluido di città in città, frammentabile - per i viaggiatori più pigri - in brevi tappe proporzionate ai capitoli. Direzioni opposte e sguardi incrociati legano una sponda del Mediterraneo all'altra, l'Est dell'ex Jugoslavia all'ovest del Portogallo, il Nord che si affaccia per cercare la propria origine in quel punto luminoso che è la Sicilia (per Goethe "È in Sicilia che si trova la chiave di tutto") e il Sud che si aggrappa a un settentrione di speranze. L'ultimo capitolo lascia spazio al controcanto di abitanti-esuli del Mediterraneo: immigrati che, in un obbligato e controllatissimo bilinguismo, trovano nella Poesia l'unica vera patria (eco moderna de "la condizione di tanti scrittori e intellettuali meridionali, da un lato profondamente legati alla propria terra, dall'altro costretti [
] ad abbandonarla"?). In questo crocevia di nomi, luoghi, volti, ci si scontra con le barriere per poi cercare i legami, l'origine comune sotto le differenze, nella consapevolezza che "Il Mediterraneo è un continente liquido con confini solidi e abitanti mobili" (Bruno Etienne) Miriam Begliuomini
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