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Recensioni Demoni e streghe

Demoni e streghe di Walter Scott
Recensioni: 5/5

«Quanto all'usanza di rapire i bambini, una delle caratteristiche riconosciute alla genìa delle fate si diceva originata dalla necessità di pagare ai regni infernali un tributo annuo di individui della loro razza, necessità dalla quale si liberavano volentieri offrendo al principe di quelle tenebrose regioni, in cambio dei propri, i figli degli uomini».

(Walter Scott).

Composte da Walter Scott attorno agli anni trenta del secolo scorso, le lettere su Demonology and Witchcraft scrutano con partecipe disincanto la «veemente passione» che trascina gli uomini e le donne a desiderare - e temere - le apparizioni e le manifestazioni soprannaturali, e li spinge bizzarramente a credere più spesso agli occhi altrui che ai propri. «In questo libro - annota Emilio Tadini nella sua introduzione - Walter Scott ci dà prova del fascino che ha esercitato su di lui e sulla sua scrittura il mondo fantastico. E, in sostanza, è come se stabilisse un confronto tra sé e se stesso. Fra la propria attitudine a una scrittura analitica e la propria attitudine a una scrittura narrativa. Anche Walter Scott, come tanti romantici, è figlio dell'illuminismo. Ma tanta luce ha finito per abbagliare una generazione. Perché questa è una generazione che ha dovuto conoscere e sperimentare la spietatezza della ragione - e letteralmente: proprio quella assenza di pietas che si dà nella sostanza stessa della pura e semplice ragione strumentale. Forse è per questo che i romantici cercano scampo in quella specie di metafisica paradossalmente incarnata che per loro è l'arte. Prima di tutto, una immaginazione di vita oltre la morte. Comunque e dovunque. Dalla luce smagliante delle metafore filosofiche al buio di qualche salotto con le tende abbassate e spenti tutti i lumi - veri o immaginari che fossero. Dallo Spirito Assoluto, insomma, giù giù fino allo spiritismo...».Le lettere coprono un arco tematico e temporale assai vasto, spaziando dagli indovini e indemoniati del mondo biblico alle profetesse delle leggende nordiche, dalle potenti divinità rurali alle testimonianze dell'instancabile apparire delle fate, fino agli incroci «moderni» della scienza con il misticismo, della religione con la superstizione. Vediamo così scorrere di fronte a noi quel repertorio di miti, favole e leggende di rara suggestione, che aveva alimentato fin dagli esordi la vena creativa del grande narratore scozzese.

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