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Meritorio il tentativo di inserire la figura di D'Annunzio nel più ampio quadro della cultura europea a cavallo fra i due secoli. Spero questo volume aiuti il lettore a capire che l'influenza del Vate sulla cultura italiana fu certo conseguenza della sua vita sregolata piuttosto che delle qualità della sua poesia.
Recensioni
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D'Annunzio è stato oggetto, nell'ultimo quarto del Novecento, di ripetute rivisitazioni critiche. Se le ricerche più recenti ne hanno indagato a lungo l'oltranzismo dello stile politico, restituendoci le gesta dell'interventista, del comandante fiumano e del vate dell'Italia fascista, solo raramente le riflessioni sulla sua produzione letteraria hanno superato la ristretta cerchia degli addetti ai lavori ed esaminato i meccanismi interni di una poetica votata per intero alla valorizzazione estetica della nazione. È quanto si propone il volume di Annamaria Andreoli, nella convinzione che alla formazione dell'identità italiana – questo è il tema del volumetto – D'Annunzio concorse, prima ancora che con lo scalpore del "vivere inimitabile", attraverso le opere in versi e in prosa, veicolo di un rinnovamento linguistico che avrebbe influenzato profondamente le generazioni future e di una concezione sincretica della modernità capace di inneggiare alle conquiste del presente come alle glorie del passato. Analizzato nella sua ampiezza e versatilità, il corpus dannunziano ci parla infatti della sensibilità novecentesca con cui l'autore si impegnò nella promozione del patrimonio italiano, sponsorizzando presso le sovrintendenze opere di restauro e di manutenzione essenziali alla salvaguardia dei beni artistici della penisola; inaugurando forme di turismo culturale praticate con successo ancora oggi; non esitando a modellare le descrizioni di monumenti, paesaggi e scorci delle quali sono costellati i suoi romanzi e le sue poesie più celebri sulle guide e le cartoline dell'epoca, quando non su fotografie commissionate ad hoc; ispirando alle "bellezze d'Italia" persino il Vittoriale, la residenza-mausoleo in cui D'Annunzio si esiliò nel periodo successivo alla marcia su Roma e alla cui realizzazione lavorò, incessantemente, per quasi un ventennio.
Maddalena Carli
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