Finalista del Premio Lattes Grinzane 2019.
Una favola barocca sul potere e la tecnica, sull'Oriente e l'Occidente, su come solo il racconto sappia sconfiggere il tempo. Pericolo, poesia, precisione, bellezza e crudeltà. «La potenza e l’eleganza della lingua di Ransmayr.» -
Frankfurter Allgemeine “Il Maestro Alister Cox era invitato, a nome del Figlio del cielo e sommo imperatore Qiánlóng, a recarsi alla corte di Beijıng e a prendere alloggio, primo uomo occidentale, in una Città proibita per crearvi, secondo i progetti e i sogni dell’Eccelso sovrano, opere mai viste per il supremo e massimo cultore e collezionista di orologi e automi.” Il grande imperatore cinese Qiánlóng, l'uomo più potente dell'epoca, invita alla propria corte a Beijing il celebre orologiaio inglese Alistair Cox. Vuole che costruisca per lui preziosi e raffinatissimi strumenti che sappiano misurare le diverse velocità con cui scorre l'esistenza umana, nei suoi svariati momenti: il tempo dell'infanzia, dell'amore, della felicità, della malattia e del morire. E, infine, un orologio capace di misurare persino l'eternità. Sullo sfondo dello splendido XVIII secolo cinese, Christoph Ransmayr narra l'incontro di due figure storiche che, nella realtà, non si incontrarono mai...)