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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Il racconto di un tempo funestato da grandi aziende assetate di profitti, da falsi profeti religiosi, dall'idiozia inconcludente e dalla malvagità di chi comanda: ovviamente qualsiasi riferimento a fatti che avvengono in questi giorni è puramente casuale.
«Questo romanzo è ambientato negli anni che vanno dal 1893 all'immediato primo dopoguerra. E si muove tra la Chicago dell'Esposizione Mondiale, Londra, Gottinga, Venezia, la Siberia, il Messico della rivoluzione, Hollywood e anche alcuni luoghi che non si trovano sulle mappe. I personaggi sono anarchici, aviatori, avventurieri, magnati, tossici, innocenti e decadenti, scienziati pazzi, sciamani, spie e killer. Fanno anche una fugace apparizione speciale Nikola Tesla, Bela Lugosi e Groucho Marx. Tutti abitano un'era in cui domina l'incertezza, e cercano in qualche modo di raccappezzarsi nelle proprie vite. A volte riuscendoci a volte no. L'autore del libro intanto si comporta come suo solito. Ogni tanto fa cantare loro all'improvviso canzoni stupide, li infila in situazioni promiscue e fa accadere eventi improbabili. Descrivendo il mondo non cosí com'è ma come potrebbe essere con appena qualche ritocco. Che secondo alcuni è uno degli scopi principali della letteratura. Ma lasciamo che siano i lettori, ormai avvisati, a giudicare. Buona fortuna.» (Thomas Pynchon)
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che dire
Altro romanzo monumentale di Pynchon, ambientato questa volta negli anni a cavallo tra 800 e 900, come sempre accade nella sua opera, la accurata ricostruzione storica ambientale si intreccia con l'invenzione dell'autore, che incrocia generi letterari e omaggi, sullo fondo di un'età di passaggio.
Pubblicato nel 2006, dopo un lungo periodo di silenzio, «Against the Day» è una notevole operazione squisitamente pynchoniana nella quale l'autore riesce ancora una volta a delineare una dimensione storica parallela a quella conosciuta e per molti versi più ricca di senso perché, per quanto caotica, è pur sempre chiusa su se stessa. Usando diversi assi logici, Pynchon disegna una trama fatta soprattutto di fughe da un baricentro ipotetico, che credo debba individuarsi nel mistero del meteorite scoppiato sui cieli di Tunguska nel 1908. Il fatto che i personaggi principali viaggino su improbabili velivoli rifiutandosi di atterrare, è l'elemento simbolico che meglio mostra come si tratti di un libro-tangente alla realtà: i protagonisti si avvicinano al nostro mondo, ma non lo toccano mai, come nella teoria astrofisica delle brane. Una volta azionata questa giostra di prospettive (che bisogna accettare com'è altrimenti ci si perde nella vana ricerca di una narrazione portante), si comprende come il romanzo svolga in realtà una complessa riflessione sul tempo e sulla sua consistenza ontologica. Forse avrebbe potuto farlo anche in 500 pagine anziché in 1.100, ma Pynchon è ipertrofico in tutto. Lui è fatto così!
Recensioni
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