Il signore delle mosche

Ho recuperato questo classico e l’ho letto in poco tempo. Mi è piaciuto, la trama era ben sviluppata, semplice e innovativa (soprattutto per l’epoca in cui è stato scritto il romanzo). Ho molto apprezzato la conclusione.

La paura è l'ingrediente principale di questo libro, che a seconda delle persone può assumere forme diverse e in questo caso, per i bambini, prende subito le sembianze di una bestia. Ma Golding ci mette davanti ad un importante quesito: chi è la vera bestia? È un libro che non può lasciare indifferente il lettore, lo colpisce e lo lascia stranito, non si può fare a meno di simpatizzare con alcuni personaggi, come Piggy. L'isola delle mosche mostra uno spaccato della società ben lungi dall'essere falso. Appare evidente come l'autore creda che difficilmente l'uomo sarà in grado di migliorarsi, anche se già dall'infanzia si allontana dalla società e da quelli che potrebbero essere presi come cattivi esempi. Sta a noi tirare le somme: c'è ancora speranza per l'uomo?

Come spesso capita, anche questo romanzo a torto relegato nella letteratura per ragazzi nasconde molte sorprese se letto in età adulta, sia per la profondità dei temi etici che solleva che per i dubbi che lascia sulla natura umana. Non capisco cosa ci sia di irritante, come leggo in altri commenti, a meno che per irritante si intenda concettualmente problematico.