Sui sentieri di una scrittura palpitante e poetica, varcando montagne, foreste e stagioni, anche noi lettori compiamo un pellegrinaggio verso il distacco, la pienezza dell'istante, l'illuminazione dell'attimo.
«Ecco senza dubbio una delle prose poetiche più raffinate di questi tempi.» - L'Humanité
«Hubert Haddad, uno degli scrittori più originali, più profondi, più prolifici.» - L'Obs
«Questo romanzo, elogio della lentezza, si assapora come una grande opera poetica.» - La Vie
«Un viaggio immaginario in un Giappone mitico e mitologico. Ma anche una storia d'amore nella quale si troverà materia su cui filosofare, meditare, camminare o ubriacarsi.» - Transfuge
«Uno scrittore proteiforme, che non finisce di sorprendere i suoi lettori appassionati.» - Livres Hebdo
La mia ciotola
colma di pioggia
ci berrò
se avrò sete
L'andare a piedi porta in paradiso. Così si apre "Una ciotola piena di pioggia", racconto intenso e onirico di una ricerca, quella dell'ingenuo Shoichi che viaggia con il fardello del ricordo di Saori, una donna incontrata in un bar vent'anni prima, e con la quale aveva vissuto un amore incandescente, interrotto dalla morte per annegamento della sua amata. Da allora, Shoichi cammina, per non morire a sua volta. Ha una bisaccia, un manoscritto che ha ricevuto in eredità da Saori - la biografia di Santolo, un poeta di haiku divenuto monaco pellegrino di cui ripercorre i viaggi in tutto il Giappone. Camminare, dormire all'aperto, dissetarsi con la pioggia raccolta nella ciotola, contemplare la Natura superba e umile, seguendo le tracce di quei sassolini luminosi che sono gli haiku: ecco un modo per sfuggire al dolore della vita, al lutto, all'abbandono, e riscoprire con le gambe del vagabondo la bellezza dell'esistere. Sui sentieri di una scrittura palpitante e poetica, varcando montagne, foreste e stagioni, anche noi lettori compiamo un pellegrinaggio verso il distacco, la pienezza dell'istante, l'illuminazione dell'attimo.)
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