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Anno edizione: 2021
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«Si dice che i padri chiedano ai figli di seguire i propri sogni. Ma lo si dice perché i padri non hanno idea di cosa sognino i figli. Se lo sapessero tremerebbero al vento, come foglie ancora appese ai rami solo perché ignorano d'esser morti.»
Dicembre 2018. La testa di un uomo a cui sono stati asportati gli occhi viene ritrovata in un sacco di plastica ai piedi di un cassonetto. Il resto del corpo, privato anche del cuore e delle mani, viene scoperto il giorno dopo dentro un pozzetto dell'acqua piovana, in stato di decomposizione. Nel frattempo Nina, undici anni, viene obbligata dai genitori a tornare in psicoterapia, per superare un trauma che sei mesi prima le è quasi costato la vita e a cui tutti imputano la sua attuale insonnia. In realtà, da quando è diventata sorda, Nina è afflitta da terrificanti visioni sonore, che altro non sono che presagi di morte; le sue notti sono tormentate da incubi ambientati proprio all'interno di un pozzetto dell'acqua piovana. Mentre il killer – un ragazzino spezzato che crescendo si è trasformato in un oscuro e spietato vendicatore chiamato Bunny Boy – continua a uccidere, la bambina a poco a poco si rende conto di essere in qualche modo connessa a lui, e soprattutto di essere la sola a poterlo fermare. Per riuscirci, con l'aiuto di vecchi e nuovi alleati, si vede costretta a calarsi nel pozzo nero e profondo dei ricordi dell'assassino: i suoni e le visioni che la perseguitano appartengono infatti al passato di Bunny Boy, dove si nasconde una frattura che non può essere sanata né ricomposta, ma alla quale Nina dovrà comunque dare ascolto. Insieme alle ormai diciannovenni Rasha e Nur e al diciassettenne Alfredo, suo fratello, la bambina si troverà catapultata in un'avventura che porterà ognuno di loro a confrontarsi con le ragioni del male. I quattro ragazzi si addentreranno in un territorio in cui l'infanzia può essere nera e cannibale, ma comunque degna di essere riconosciuta. Quello che non sanno è se gli sarà concesso di riemergerne indenni.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi piace davvero tanto la scrittura di Lorenza Ghinelli,la trovo poetica e magica.Mi è piaciuto un po' meno l'aspetto soprannaturale su cui ha spinto un po' di più in questo ultimo libro,ma resta una delle mie scrittrici preferite.
Lorenza Ghinelli è un'altra delle autrici contemporanee che adoro, sia per il genere di cui si occupa - thriller con forti tinte soprannaturali - sia per la sua bravura nel descrivere le infanzie e le adolescenze spezzate, ed è qualcosa che porta la narrazione a un livello superiore! Tra l'altro non vedevo l'ora di reincontrare la piccola Nina, già vista nel precedente "Tracce dal silenzio". Se nel libro precedente troviamo una Nina che sta iniziando a relazionarsi con la sua sordità, il suo impianto cocleare e la scoperta del suo "dono" (udire il non udibile in una particolare condizione), stavolta la vediamo farci i conti, la vediamo più confidente con la sua dote. "I doni vanno agiti", come la stessa Ghinelli ha più volte detto nelle interviste di presentazione del libro - e giuro, questa frase me la tatuerei in fronte!. E dunque la stessa protagonista si rende partecipe della risoluzione del mistero... Il romanzo inizia con degli operatori ecologici che rinvengono una testa mozzata in un sacchetto dell'immondizia, mentre le sue membra vengono rinvenute in un pozzetto per la raccolta dell'acqua piovana. È solo il primo dei delitti di quello che la piccola Nina percepisce essere "Bunny Boy", un serial killer dall'identità ignota ma la cui infanzia spezzata arriva a lei con una forza dirompente non appena toglie l'impianto cocleare... Ho amato tutto, di questo romanzo: il ritmo in crescendo, le storie dei personaggi (nessuno è trascurato e tutti hanno una solida dignità narrativa), persino i comprimari (adoro Rasha e Nur), il fatto che l'autrice fino all'ultimo non ti faccia capire chi è l'efferato assassino... e il fatto che Nina stia crescendo. Personalmente non vedo l'ora di vederla diventare grande e "agire il suo dono" di volta in volta. Che meraviglia di romanzo!
Vecchia storia quella delle vessazioni patite da bambini che poi sfociano in violenza lucida e devastante da adulti. Stavolta Lorenza Ghinelli non mi ha convinto. Un thriller/noir troppo intriso di sensi onirici rilevanti, numerosi ed inverosimili. L'esito vorrebbe essere stile Hitckock (come nella precedente vicenda di Nina, la protagonista), ma la forzatura qui è troppo pesante e gli eroi rappresentati nei quattro, anzi, cinque adolescenti, sa tanto di giovani eroi in un copione cinematografico.
Recensioni
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