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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2023
«La tessitura del mondo è in queste relazioni fra tempi. Non c’è tempo universale: la realtà è la rete tessuta fra i tanti tempi locali dalla possibilità di scambiarsi segnali»
«Anche in questo libro Rovelli gira intorno – per poi arrivarci a gamba tesa sul finale – al suo grande amore: il tempo. I suoi libri sembrano le feste di Gatsby, che vogliono far colpo soltanto su Daisy e nessun altro, in questo caso su un solo tema, il tempo, e nient'altro. Ma forse così è l'intera fisica.» - Alessandro Tacchino
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Interessante, apprezzabile la scelta della scrittura adatta anche ai non addetti ai lavori.
Un Rovelli ineccepibile, come le sue precedenti pubblicazioni, ha il pregio di farsi divulgatore di argomenti complessi e specifici in maniera semplice. Riesci ad agevolare la comprensione con argomentazioni ed esempi che presentano i concetti sotto altra forma per poi tornare ad indugiare sul concetto centrale della narrazione. Fuori da ogni polemica attuale – sull’esposizione e diritto di esprimere un legittimo pensiero, condivisibile o meno – trovo Rovelli sempre interessante, arguto, mai noioso seppur la materia che ci racconta non sia delle più semplici. «Analogia è prendere un aspetto di un concetto, riutilizzarlo in un altro contesto preservando qualcosa del suo significato e lasciando perdere qualcos’altro, in modo che la nuova combinazione produca significati nuovi ed efficaci. Così funziona la scienza migliore. Così funziona, credo, anche l’arte migliore. Scienza e arte riguardano la continua riorganizzazione del nostro spazio concettuale, ciò che chiamiamo significato. L’arte non è nell’oggetto artistico e ancor meno in qualche misterioso mondo spirituale: è nella complessità del nostro cervello, nella caleidoscopica rete delle relazioni analogiche con cui i nostri neuroni reagiscono all’oggetto e tessono ciò che noi chiamiamo significato. Siamo coinvolti, per ché questo ci porta un poco fuori dal nostro sonnambulismo abituale, fa ripartire la gioia di vedere qualcosa di nuovo nel mondo. È la stessa gioia che dà la scienza. La luce di Vermeer ci mostra una risonanza della luce che non avevamo ancora saputo cogliere; un frammento di Saffo (dolce-amaro è Eros) ci schiude un mondo su come ripensare il desiderio; un vuoto nero di Anish Kapoor ci disorienta come i buchi neri della relatività generale: come questi, ci suggerisce che ci sono altri modi di concettualizzare la tela impalpabile della realtà...».
Se c'è una cosa che ho apprezzato grandemente di questo libro di Carlo Rovelli è stata la sua capacità di creare delle metafore tra concetti di fisica teorica e arte. Il nocciolo della questione è raccontarci cosa implichi la teoria dei buchi bianchi che sta studiando, affascinante e complessa da dimostrare, ma che, come ci racconta, ci sono le basi per pensare che sia una possibile risposta a cosa succede all'interno di un buco nero, cosa succeda poi. Quello che mi resterà profondamente di questo libro, però, come era già successo con l'Ordine del tempo, forse non è tanto la fisica che vuole rendere comprensibile anche agli occhi di una persona ignorante in materia come me, ma i collegamenti tra filosofia, arte, letteratura, che lo studio delle cose del mondo creano e rendono fiorenti in una mente curiosa, portandomi a pensare che non sia ancora morta quella parte di conoscere poliedrico e ampio che caratterizzava la scienza fino a qualche secolo fa: una materia viva, che si indaga su tutte le cose del mondo e le collega tra loro, cercando forme ricorrenti, similitudini, contraddizioni, che fanno sì che il ragionamento continui a progredire, senza saziarsi mai.
Recensioni
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