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Anno edizione: 2024
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Appena ventottenne e al suo primo romanzo, Márai si rivela un acutissimo indagatore d’anime, e un magistrale narratore.
«In poche parole, questo primo Márai è già magistrale» - Frédéric Vitoux, Le Nouvel Observateur
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Il professore di Latino che insegna in un liceo di provincia attorno agli anni Venti del '900, protagonista del romanzo, è il tipico antieroe ripiegato su se stesso, solitario, anaffettivo, "un triste ronzino" come si autodefinisce. Finchè l'ordinaria e monotona vita di sempre conosce uno scarto: l'insorgere dell' amore per una allieva, una forza travolgente e sconosciuta che lo porta fino ai limiti della follia e persino oltre nel finale degno di Simenon. Marai si cala con magistrale abilità nella psicologia del personaggio indagandone tutti gli stati d'animo con chirurgica precisione anche con azzeccate proiezioni metaforiche (la muffa della pensione in cui trascorre una vacanza, il vino avariato, il pianoforte privo di corde, le prime rughe, ecc.). Non escludo che qualche spunto, da questo romanzo, sia venuto a Nabokov quando iniziò la stesura di Lolita, il suo capolavoro americano.
Anche io ho trovato, nell'iniziare a leggere la storia, una similitudine con Morte a Venezia: lo stesso protagonista senescente e ingabbiato in, diverse, rigidezze, più patetico e mediocre questo di Marai, ma la similitudine finisce lì, poiché il professore protagonista di questo romanzo è mediocre dal principio alla fine e l'amore non libererà in lui niente di dionisiaco. E poi... che razza di amore è? Fino alla metà del libro non ce n'è traccia ed anche quando si presenta risulta meschino e vissuto più che altro per interposta persona. In sostanza una storia noiosissima, nonostante la magistrale bravura di Marai nel descrivere questo personaggio senza qualità, cosa stupefacente per un giovane di 28 anni, tanti ne aveva l'autore quando lo scrisse.
Magistrale , come definito dalla critica. Scrittura semplice per raccontare il declino verso il baratro di un professore di latino poco più che cinquantenne. Stessa sorte la si ritrova nella Morte a Venezia di T. Mann , protagonista , questa volta , lo scrittore Gustav Aschenbach.
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