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La barbiera. La donna che rasava e curava menti - Antonietta Muscas Podda - copertina
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Descrizione


Nella Taranto dell’illusione del benessere e del mare che stordiscono, in piena rivoluzione sessantottina, Concetta Belfiore, “Tina”, ribalta una sala da barba e un’ampia collezione di antichi luoghi comuni sull’universo femminile. Nel tempio della rasatura, come la leggendaria Zizi Jeanmaire, Concetta si muove leggiadra, tra forbici e pennelli. Dapprima assistente di Lino, il suo maestro, diventa in breve tempo sua moglie e barbiera, capovolgendo schemi e consuetudini. Tina, la barbiera del Sud, che rasa e cura menti, a lei ogni giorno guardano visi e parlano bocche maschili: come falchi pellegrini, arriveranno a un giornalista, pronto a registrare i suoi sguardi e a raccontare una storia. La storia della barbiera che osserva Taranto cambiare volto, sopraffatta dall’avvento dell’Italsider. Ma il venticello delle voci non si ferma: sconfina nel tempo fino a giungere alla narratrice. In un mondo che si modernizza dolorosamente, le due donne si incontrano, percorrono insieme un viaggio che le condurrà nell’Isuledda, una piccola isola sarda. Scene e figure si muovono dislocate tra est e ovest, ciascuna legata alla protagonista gravata fin dalla sua nascita dal peso dell’oppressione patriarcale. La Barbiera è un romanzo sulla libertà, quella violata, sognata e tramandata da donna a donna, che tenta di tagliare via la fuliggine della sofferenza come Concetta tagliava un tempo i capelli.
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Dettagli

2023
14 luglio 2023
212 p., Brossura
9788862527118

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Bauhaus
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Una notte di melanconia e liberazione.

Questa notte dovevo di scrivere, scrivere di questa testimonianza che lascia in me, una sensazione di vaga malinconia: non è una sintesi della trama, ma una riflessione. Il romanzo è una ricerca fatta di voci raccolte, di storiografia, di archivio: la voce di Tina (Concetta Belfiore), una voce di Taranto, la voce di una emancipazione che riguarda il concetto più alto di donna. Con uno stile semplice ed elegante, e per questo anche efficace, una struttura gnoseologica finita e con un lessico non ridondante (l'aggettivo non appesantisce il periodo) viviamo una storia di riscatto romantico in una città che si trasformava in polo industriale. Sullo sfondo c'è l'Italsider, fautore di un cambio sociale; Nella sala della Barbiera nasce invece un'altra meraviglia: per una storia che sa di liberazione, che sa di melò. Nella sala della Barbiera passa una Taranto piccolo borghese e non, il tutto condito con altri caratteristi che gravano il mondo di Lino, che diventerà il compagno di vita di Concetta Belfiore: i giocatori d'azzardo, il contrabbandiere, il pappone, una amicizia con una disperata meretrice rassegnata al suo destino. La nascita di una famiglia. Questo è ciò che ascolto: uno scorcio di una Taranto degli anni '60 e '70 che richiama De Andrè e il maudit: questo romanzo è lo specchio di una vita sociale al tempo della nascita del polo. L'autrice ci regala il gusto della curiosità, per un lavoro riuscito in una Taranto, oggi, più complicata di ieri. E in tutto questo c'è Muscas Podda, di origine sarda la nostra scrittrice, che raccoglie e dona alla città di Taranto: “perchè una cosa buona è fatta per essere data o per essere ricevuta, come le cose belle”. Che questo romanzo possa essere un viatico verso la liberazione della donna e per un inno alla sua bellezza , come se fosse una freccia Deandreiana: “ come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”. Seppur, come in questa notte, con un filo di malinconia.

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