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Recensioni La barbiera. La donna che rasava e curava menti

Recensioni: 5/5
Nella Taranto dell’illusione del benessere e del mare che stordiscono, in piena rivoluzione sessantottina, Concetta Belfiore, “Tina”, ribalta una sala da barba e un’ampia collezione di antichi luoghi comuni sull’universo femminile. Nel tempio della rasatura, come la leggendaria Zizi Jeanmaire, Concetta si muove leggiadra, tra forbici e pennelli. Dapprima assistente di Lino, il suo maestro, diventa in breve tempo sua moglie e barbiera, capovolgendo schemi e consuetudini. Tina, la barbiera del Sud, che rasa e cura menti, a lei ogni giorno guardano visi e parlano bocche maschili: come falchi pellegrini, arriveranno a un giornalista, pronto a registrare i suoi sguardi e a raccontare una storia. La storia della barbiera che osserva Taranto cambiare volto, sopraffatta dall’avvento dell’Italsider. Ma il venticello delle voci non si ferma: sconfina nel tempo fino a giungere alla narratrice. In un mondo che si modernizza dolorosamente, le due donne si incontrano, percorrono insieme un viaggio che le condurrà nell’Isuledda, una piccola isola sarda. Scene e figure si muovono dislocate tra est e ovest, ciascuna legata alla protagonista gravata fin dalla sua nascita dal peso dell’oppressione patriarcale. La Barbiera è un romanzo sulla libertà, quella violata, sognata e tramandata da donna a donna, che tenta di tagliare via la fuliggine della sofferenza come Concetta tagliava un tempo i capelli.)
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