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Una madre, una figlia poco piú che ventenne, le quattro pareti della loro casa e un duello di parole e silenzi. Poi una mano chiude a chiave una porta, e quel gesto è uno spartiacque tra il prima e il dopo. Ci sono libri che ti trascinano nel cuore di un mistero rispettandolo, facendolo risuonare sino all'ultimo. Questo libro è cosí: un ingranaggio narrativo perfetto. Ti catapulta con forza nella testa di due personaggi feriti e vivissimi, ti fa vedere con i loro occhi, sentire con la loro pelle, procedere a tentoni con loro. A un passo dal mistero.
«Conflitti, segreti e molte bugie. Carmen Totaro descrive la più complessa delle relazioni» - Maurizio Crosetti, Robinson
«Una parola nuova sull'essere madri e figlie. Questo è un libro da non mancare» - Paolo Giordano
«Forse, se ne avesse avuto coscienza, avrebbe potuto confessarle che la ammirava in un modo strano e terribile, perché può arrivare il momento in cui si deve avere il coraggio di bruciare tutto, anche la propria madre.»
Tutto ha inizio con una cena come tante: una madre e una figlia sedute a un tavolino sulla Darsena, a metà giugno, con un bicchiere di vino in mano e molti pensieri in testa. Le due chiacchierano del piú e del meno, soprattutto del meno, con una tensione che cresce dietro ogni parola. E poi, scena dopo scena, l'impensabile. Mentre la madre sta facendosi un bagno, il gas invade l'appartamento e la figlia esce da quella casa per non tornare. Cos'è successo davvero quella sera? Dov'è Elisa, perché è fuggita? Perché si è inventata per anni una vita che non era la sua? E soprattutto perché Ada, mentre indaga seguendo le sue tracce, fa di tutto per coprirla? Un romanzo che non riesci a smettere di leggere grazie al montaggio ipnotico e alla magia di una scrittura calibratissima. Carmen Totaro, con un incedere senza scampo, con una sensibilità unica per i dettagli che racchiudono il senso di intere relazioni, scrive la storia indimenticabile del distacco tra una madre e una figlia, e forse del loro ritrovarsi. Cosí, quando giri l'ultima pagina di questa storia familiare che indaga quel confine sottilissimo tra ciò che è normale e ciò che non può dirsi tale, senti che quello che stringi tra le mani non è solo un noir psicologico di fortissimo impatto: è molto di piú. È un libro che ci contiene tutti e che ci porta in acque profonde.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Tutto ha inizio con una cena come tante: una madre e una figlia sedute a un tavolino sulla Darsena, a metà giugno, con un bicchiere di vino in mano e molti pensieri in testa. Le due chiacchierano del più e del meno, soprattutto del meno, con una tensione che cresce dietro ogni parola. E poi, scena dopo scena, l’impensabile. Mentre la madre sta facendosi un bagno, il gas invade l’appartamento e la figlia esce da quella casa per non tornare. Cos’è successo davvero quella sera? Dov’è Elisa, perché è fuggita? Perché si è inventata per anni una vita che non era la sua? E soprattutto perché Ada, mentre indaga seguendo le sue tracce, fa di tutto per coprirla? Un libro che ho letto incuriosito dal titolo e dalla copertina (sì, delle volte mi lascio trasportare anche dalla copertina nelle decisioni di lettura) che però non mantiene ciò che promette a partire dal titolo, che nel romanzo ha una spiegazione inutile e un pretesto ad effetto creato dall’autrice per strizzare l’occhio ai lettori, ma anche e sopratutto per questo rapporto madre-figlia che non viene per niente sviscerato, indagato, analizzato. C’è una sequela di situazioni ed eventi (neanche troppo originali o divertenti) che ti portano fino all’ultima pagina. Il lettore rimane davanti ad un testo senza infamia né lode, in cui tanto ci sarebbe stato da dire su questo rapporto – quasi inesistente – tra madre e figlia, ma tanto non è stato detto. Un bacio dietro al ginocchio, ma forse meglio un abbraccio con qualche dialogo in più.
Storia non male, a tratti un po' scontata però.
Madre sola che non sa ascoltare, figlia che non ha il coraggio di parlare. Un rapporto che dovrebbe far riflettere i genitori. A me è piaciuto molto.
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