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Libro soprattutto divulgativo, con affermazioni non sempre adeguatamente dimostrate (quindi non sempre scientifiche), ma con una tesi di fondo che poggia su un pathos civile apprezzabile ed una scrittura di buon livello. Nell'insieme accettabile.
La nostra Repubblica sta morendo per la pochezza intellettuale e morale dei suoi governanti e per la superficialità e l'animo servile di troppi suoi cittadini. Così esordisce M. Viroli nel tratteggiare la decadenza dell'ordinamento repubblicano da sempre al centro del suo impegno culturale. Nel saggio arriva alla Costituzione attraverso l'esegesi del "Repubblicanesimo", teoria che, a differenza di altre che interpretano la libertà come il non subire interferenze e coercizioni, individua l'essere liberi nell'assenza di dipendenza e di dominazione e quindi nel non dover sottostare alla volontà arbitraria di altri. Se nelle teorie liberali la legge rappresenta una restrizione di libertà, lo spirito repubblicano esige devozione al governo della legge di fronte alla quale tutti sono uguali. Stila un giudizio equanime nel valutare i politici sul loro operare a favore o contro il bene comune. Il repubblicano rifiuta i privilegi ed i favori che i potenti dispensano per crearsi una ragnatela di consensi e concede a sé stesso la possibilità di criticare istituzioni se troppo inclini a percorsi laterali. Da questa teoria M. Viroli parte per analizzare i punti controversi della riforma costituzionale con un'analisi che alterna articoli pubblicati nel 2002 e nel 2013, per evidenziare così una continuità di visione tra la riforma di Berlusconi e quella di Renzi. Un unico disegno mira a concentrare il potere nelle mani di un solo leader con l'intento di minare le basi di una democrazia Parlamentare dove i poteri sono distinti e reciprocamente controllanti grazie ad un sistema di contrappesi e ad una figura di garanzia quale il Presidente della Repubblica. Si tratta di una riscrittura della Carta mirante a sovvertire in modo strisciante l'ordinamento repubblicano per istaurare "il dispotismo dei moderati", un potere oppressivo esercitato con l'autorità ed in nome di tutti.
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