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Anno edizione: 2001
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Un bellissimo libro che ha richiesto tantissimo lavoro, una mole impressionante di dati, di persone di compagni-e di sventura che Solzenicyn ha incontrato nei lungi anni trascorsi all'inferno nei gulag BOLSCEVICHI. Se descrive in un modo semplice, in un modo profondo dove i sentimenti, la pietà, la comprensione, a volte la solidarietà fra sventurati si tocca con mano. Descrive benissimo e riesce a prendere il lettore in questo racconto, a coinvolgerlo, a fargli vedere la miseria, lo sconforto, il dolore, la paura, la violenza che si respira che si vive che i relitti umani subiscono, a volte senza sapere il motivo di quedte umiliazioni di quedti ricatti di queste sofferenze. Solzenicyn, nel suo racconto riesce a portarti in quedto inferno che è la vita di tutti i giorni nei Gulag,, riesce a coinvolgerti a farti respirare l'aria di quei tuguri. Racconta in modo esemplare la FOLLIA DEL POTERE, la follia di chi rappresenta e deyiene il potere. Ci fa comprendere come avvenivano gli arresti le condanne, come era "organizzata" la società Russa e come la piramide centralizzata del potere funzionava. La paura delle persone che i militari gli assassini della Ceka, venissero a prenderti in qualsiadi momento, quasi sempre la notte. L'incubo che con te arrestano poi i tuoi famigliari, moglie figli-e, compagni. La paura delle minacce che si diventano reali, incarcerazioni, torture, estorzione di accuse infamanti ecc ecc. Tutto questo è descritto magnificamente nella sua terribile verità. Tutto questo ha un inizio!!! Stalin é stato la PROSECUZIONE di ciò che aveva creato ed iniziato quel KRIMINALE di Lenin, con il suo sgherro Trotsky. Il TERRORE ROSSO, creato da Leningia dopo alcuni mesi drl colpo di Stato dell'ottobre del 1917.Cosi chiamato dallo stesso Lenin, dove cercò di esautorare la DEMOCRAZIA DIRETTA dei Soviet. Tutto il potere ai Soviet!. Centralizzo' il potere nel partito bolscev nelle sue mani, incomincio'ad uccidere gli anarchici, i socialrivoluzionari,operai, contadini
Uno spaccato di storia dolorosamente vissuta sulla Russia stalinista. Dal Circolo polare artico alle steppe del Caspio, dalla Moldavia alle miniere d'oro della Kolyma in Siberia, le "isole" del Gulag - l'organismo che gestiva i campi d'internamento nell'Unione Sovietica - formavano un invisibile arcipelago, popolato da milioni di cittadini sovietici. Nei Gulag è vissuta o ha trovato fine o si è formata un'"altra" Russia, quella di cui non parlavano le versioni ufficiali, e di cui Solzenicyn, per primo, ha cominciato a scrivere la storia. In un fitto intreccio di esperienze dirette, di apporti memorialistici, di minuziose ricostruzioni dove non un solo nome o luogo o episodio è fittizio, Arcipelago Gulag racchiude una tragica cronaca di quella che è stata la vita del popolo sovietico "del sottosuolo" dal 1918 al 1956. Un'opera corale che ha visto la luce per la prima volta a Parigi nel 1973. Solzenicyn è più che un scrittore, in Russia è un mito, un filosofo, rispettato tantissimo per le sue idee, per la sua inflessibilità e per il suo coraggio di scrivere sempre e comunque la verità. Sono 2.000 pagine, ma non mi hanno spaventata...ne è valsa la pena, non solo leggerlo ma anche comprarlo.
Il ponderoso "Arcipelago Gulag" lascia sbigottiti . L'enorme quantità dei crimini coinvolge una larga parte di malcapitati. Non esiste, spesso, nemmeno un motivo per essere arrestati. L'importante, per l'apparato, è raggiungere il numero in modo da dimostrare al Grande Pazzo che la macchina repressiva funziona. Le condizioni dei prigionieri sono inumane, nemmeno comparabili con il famigerato regime zarista. Arrivati al fondo (ma esiste?) degli orrori è inutile interrogarsi su quale sia stato il livello di pazzia di Stalin. La domanda vera è: "Com'è possibile che qualunque capo criminale, ad ogni latitudine, possa sempre trovare schiere pronte ad eseguire e superare ogni aberrante comando?"
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