Claudia e Flavio, cinquant’anni, avevano una relazione. Il loro però era un rapporto malfermo, sbilanciato, oscillava ritmicamente tra un attaccamento morboso (Claudia) e un perenne desiderio di evasione (Flavio). Claudia e Flavio, inevitabilmente, non stanno più insieme. La vita di entrambi è mutata e nuove persone sono entrate a farne parte: c’è Giorgia, che ha l’energia e la freschezza dei trent’anni, allieva di Flavio e poi sua amante; e c’è Nina, che studia lettere ed è bellissima, segretamente innamorata di Claudia e decisa a tutto pur di averla. Nina sconvolge la quotidianità di Claudia, Giorgia scuote la tranquillità di Flavio, entrambe si inseriscono all’improvviso nelle esistenze mature degli ex amanti con l’entusiasmo e l’ardore tipico della gioventù. E in realtà riescono anche nell’impresa, amano e sono amate a loro volta, ma troppi ostacoli minano l’equilibrio e la serenità della storia. Nessuno di questi, infatti, è un amore felice: la penna sapiente di Francesca Comencini tratteggia i contorni di amori sofferti, dolorosi, travolgenti e perturbanti e insieme malsani e distruttivi. Amori che non sanno stare al mondo, appunto. Sono gli stessi protagonisti ad ammettere i propri limiti, in un romanzo a più voci in cui ogni capitolo, brevissimo, è dedicato a uno di essi, che con coraggio si mette in gioco in prima persona e confessa al pubblico le profondità dei propri pensieri. Così il lettore, catapultato nella mente di ogni personaggio, impara a conoscerne rapidamente le paure e le attese, e porta a compimento quel processo empatico che lo conduce alla più completa immedesimazione. Un’immedesimazione raggiunta attraverso l’empatia, ma anche estremizzata dall’assenza totale, nel testo, di elementi diversi dal puro ripiegamento intimista: il romanzo è in tutto un’avventura interiore, in cui né il luogo né il tempo vengono precisati, dove non c’è spazio per altro che non sia il rapporto d’amore e le ripercussioni psicologiche che esso genera. Un amore così concepito si astrae dalla contingenza del momento e diventa faccenda universale, esperienza assoluta senza tempo e senza spazio. Con mano risoluta ma garbata, Comencini scava allora nell’intimo dei suoi personaggi, che non sono Claudia, Flavio, Giorgia e Nina ma sono ognuno di noi, e riflettendo sul più discusso dei sentimenti dà una personale interpretazione al mistero intraducibile dei rapporti umani.
Laura Savarino