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Amanti e rivali, ultimo tassello del grande affresco realizzato da Cinzia Tani nel "Volo delle aquile", la trilogia dedicata alla dinastia degli Asburgo, ci consegna la verità sul brutale assassinio dei coniugi Acevedo avvenuto decenni prima. Non rimane che Sofia, adesso che Gabriel, Manuela, Federico e Octavia sono morti. È lei la dolente depositaria di una avventurosa vita familiare segnata dalla tragedia. L'ultimo segreto affiorerà grazie all'inaspettata comparsa di due donne alla sua porta.
Mentre il secolo volge al tramonto, lo scontro tra cattolici e protestanti si fa più cruento. In Francia, sotto il regno di Carlo IX, nella notte di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto 1572, si consuma la strage degli ugonotti per mano dei cattolici. E se la regina Elisabetta, in Inghilterra, tiene prigioniera la cattolica Maria Stuarda, il re spagnolo Filippo d'Asburgo, tramite il suo generale, l'intrepido e fascinoso Giovanni d'Austria, cerca la pacificazione nelle Fiandre. Ed è tra la corte spagnola – dove ritroviamo Ana de Mendoza, sempre alle prese con le sue oscure macchinazioni – e quella francese – illuminata dalla presenza della bellissima e scaltra Margherita di Valois – che si svolge la vicenda delle due gemelle Acevedo, Camila e Clara, così diverse tra loro ma unite da un rapporto esclusivo, destinato a infrangersi nel momento in cui entrambe, fatalmente, si innamoreranno dello stesso uomo. C'è una profezia che le riguarda, e di cui sono all'oscuro, che sta per avversarsi. Dove non è la sorte a spezzare ogni promessa di felicità, ci sono le ragioni della Storia a imporre le condotte e a segnare i destini dei singoli, contro qualsiasi previsione e volontà personale, come nel caso dell'impossibile amore tra Claudia e Guglielmo d'Orange. Eppure, il finale del romanzo è investito da una luce di ritrovata speranza. A molti anni di distanza, nel Natale del 1599, esattamente un secolo dopo l'assassinio dei loro progenitori, gli Acevedo si riuniscono dove tutto è cominciato, a Toledo, nell'antica dimora di famiglia, lontano dal clamore delle battaglie e dalla fatuità e gli intrighi di corte. Nel silenzio della campagna circostante risuonano le grida dei bambini, ed è come se per una volta a trionfare fosse la vita.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro conclusivo della trilogia. Voto medio ma complimenti alla scrittrice Cinzia Tani.
Forse sono all’inizio del libro di cui sopra e,non avendo letto le precedenti storie,trovo questo libro di una noia mortale,troppi nomi,non si capisce in che periodo si svolge e devo spesso tornare indietro,perché le vicende si ingarbugliano!Ho letto di meglio!
Apprezzo molto le doti di storica di Cinzia Tani, ma credo non abbia la dote di mescolare le vicende storiche alla narrazione, dote che credo sia fondamentale per chi scrive romanzi storici. Arrivata alla fine di questa trilogia, non posso farne un bilancio positivo, soprattutto di questo terzo volume. In generale ho trovato anche la narrazioni fuori dal tempo: si narrano vicende del 1500 e sembra che i personaggi ragionino e possano fare le stesse scelte delle persone al giorno d'oggi.
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