Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

L' altro Marx - Ettore Cinnella - copertina
L' altro Marx - Ettore Cinnella - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 9 liste dei desideri
L' altro Marx
Attualmente non disponibile
14,25 €
-5% 15,00 €
14,25 € 15,00 € -5%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
14,25 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
14,25 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Nome prodotto
14,25 €
Chiudi
L' altro Marx - Ettore Cinnella - copertina

Descrizione


A partire dagli anni '70 e fino alla morte nel 1883, Marx comincia a mettere in forse i risultati delle sue opere precedenti e a nutrire seri dubbi sulla possibilità di una rivoluzione proletaria in occidente. Di qui lo studio appassionato della comune contadina in Russia e del mondo primitivo; di qui i suoi legami con i militanti di "Volontà del popolo", nota a tutti per le spettacolori azioni terroristiche, che culminarono nell'assassinio dello zar Alessandro II. Assillata da dubbi, il 16 febbraio 1881, Vera Zasulic scrive a Marx che da lui dipende il destino personale dei rivoluzionari russi. La risposta di Marx sarà occultata e resterà nascosta per oltre quarant'anni. Sulla base di una vasta e rara documentazione, Ettore Cinnella ricostruisce gli anni del ripensamento e la sorprendente metamorfosi intellettuale dell'ultimo Marx.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2014
21 maggio 2014
XIII-179 p., Brossura
9788896209158

Voce della critica

  Ritorna la russofobia di Marx, ma accostata al suo parziale capovolgimento. Ritorna grazie a Cinnella, eccellente studioso delle molte Russie che hanno attraversato gli ultimi secoli : la zarista, l'agraria, la rivoluzionaria del 1905, la bolscevico-comunista e infine l'odierna, post-comunista sì, ma solo in parte desovietizzata. Cinnella comincia con l'ostilità liberale del primo Ottocento, condivisa da Marx ed Engels, nei confronti del gendarme d'Europa. Ancora nel 1867, del resto, Marx sostenne che i polacchi, con il loro patriottismo, erano venti milioni di eroi tra l'Europa e l'Asia. Fu tuttavia il panslavismo, assoggettato dalla "barbarie russo-mongola", il principale oggetto polemico, tanto che Engels, nel 1849, sulla "Neue Rheinische Zeitung", ebbe a scrivere, con accenti sciovinistici, che "l'odio per i russi è stato ed è ancora presso i tedeschi la prima passione rivoluzionaria", passione paragonabile all'azione degli "energici yankees" volti alla conquista della California contro il Messico e "i pigri messicani". Né vengono da Cinnella dimenticate le Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo, testo scritto da Marx tra il 1856 e il 1857 per l'inglese "Free Press" del conservatore e filoturco David Urquhart. Questo testo, radicalmente russofobo, non venne pubblicato nell'Urss staliniana e post-staliniana. Venne anzi, insieme ad altri scritti, ufficialmente proibito: occorreva impedire l'ultimo moto sovversivo del red terror doctor, ossia la disinfestazione del sistema che si era impadronito del suo nome. Cinnella bene inserisce le Rivelazioni nell'evoluzione del pensiero di Marx. Non considera però il periodo storico e il contesto politico in cui si situano. Vennero infatti scritte alla fine della guerra di Crimea, una guerra perifericamente inchiodata a Sebastopoli e non condotta dai francesi e soprattutto dagli inglesi con le avanzate militari necessarie per abbattere il dispotismo zarista. Le Rivelazioni furono così antibritanniche non meno che russofobe. Marx, del resto, sempre si avvalse di prese di posizione cangianti e condizionate dai processi storici e dal consolidarsi della storia-mondo. Il suo pensiero mutò così nel corso del tempo. Per questo nel 1882 Marx affermò di non essere "marxista". Il "marxismo" non esisteva. Affiancato alla russofobia, sempre presente nei giudizi sulla politica internazionale, era peraltro emerso negli anni settanta l'interesse di Marx per il comunitarismo rurale. Sino ad arrivare al rapporto con personalità come Daniel'son e Kovalevskij. Al centro vi fu poi il carteggio tra Marx e la rivoluzionaria Vera Zasulic, cui Cinnella dedica pagine illuminanti quanto quelle sulla fortuna del Capitale in lingua russa, la prima in cui venne tradotto. Per alcuni, come il liberale Pëtr Struve, il Capitale fu in Russia il libro dei borghesi. Marx, dal canto suo, sostenne che il suo testo più celebrenon era stato né pro né contro la comune rurale alternativa alla via capitalistica. Non finì però i volumi del Capitale. Si appassionò invece all'etnologia di Lewis Morgan, cui dedicò sunti straordinari. Non vi era insomma un solo percorso. La storia-mondo era un'entità plurale, così come plurale doveva essere l'emancipazione. Questo fu l'ultimo Marx, a sua volta non autoreferenziale. E se non era mai stato "marxista", non divenne certo nemmeno narodnik (populista).   Bruno Bongiovanni

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi