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Descrizione


Al centro della stagione creativa di D'Annunzio si colloca la poesia delle Laudi: i cinque libri del ciclo di Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi compongono una sorta di laudatio del creato (ma di un creato senza creatore) sul modello del Cantico francescano. Ad Alcyone (1903), terzo libro e vertice poetico del ciclo, sono affidate le lodi della terra e del cielo. In vario metro, dalle terzine ai sonetti, dalle ballate alle strofe libere, le 88 liriche del libro cantano la parabola di un'estate in Versilia, lo splendore della stagione piena e trionfale e il suo lento trascolorare nell'incalzante autunno, i fremiti misteriosi della natura, sentita paganamente, fino alla metamorfosi panteistica dell'uomo nel paesaggio e nel mito.
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Dettagli

1995
Tascabile
LXVI-444 p.
9788811585688

Conosci l'autore

Gabriele D'Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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