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1968. L'autunno di Praga
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1968. L'autunno di Praga - Demetrio Volcic - copertina
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1968. L'autunno di Praga

Descrizione


Con il temperamento narrativo del grande giornalista e l'oggettività di chi fu testimone diretto, il racconto lucido, appassionato e commosso della «primavera» di Praga.

Demetrio Volcic, per molti decenni corrispondente RAI dai paesi comunisti dell'Est europeo, racconta in presa diretta ciò che successe nei giorni della Primavera di Praga repressa cinquant'anni fa dall'invasione dei carri armati del Patto di Varsavia. Della sua cronaca, ravvivata dall'essere nata come un racconto in viva voce per la radio poi trascritto in libro, colpisce il modo che ha l'autore di presentare i fatti. È il punto di vista spaziale, concreto che assume che gli dà il potere di trascinare il lettore in mezzo alla scena, quasi fosse lì fianco a fianco con quei ragazzi che osservavano attoniti e disperati altri ragazzi dell'esercito «fratello venuto a liberarli». O davanti a Jan Palach che si cosparge di benzina il corpo. O al supermercato assieme a un Dubček semplice e sorridente. O seduto di fronte a Brežnev un po' alticcio che non può credere che un capo del regime nutra tanto astratto idealismo. O, più indietro nel tempo, nella stanza da bagno da dove Jan Masaryk spiccò il volo di morte suicida o omicida. Immagini che restano impresse perché, dentro il filo della grande storia a partire dal secondo dopoguerra, Volcic fa scorrere episodi e cose viste, e di ogni personaggio di rilievo, al suo entrare in scena, disegna il minuzioso ritratto politico e burocratico, ma riportando insieme il più delle volte (dato che Volcic li ha visti tutti) l'impressione viva di un incontro, la figura umana come notata dai vicini di casa, gli aneddoti del carattere risaltanti in una semplice occasione. L'autunno di Praga è soprattutto il ritratto espressivo di una grande illusione che diventa tremenda delusione. Militanti cittadini e dirigenti praghesi e cecoslovacchi ci credevano davvero al «socialismo dal volto umano» e che i burocrati di Mosca potessero lasciargliela passare. E questa illusione-delusione, la sua luce e il suo buio, viene trasmessa dall'interno, dall'intimo della vita di un popolo. Questo libro è una vivida testimonianza storica. E anche un esempio dell'armoniosa naturalità di rappresentazione che sa raggiungere l'arte del reporter. Un grande giornalista non giudica, e in questo modo accende il gusto della libertà.
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Dettagli

2018
28 giugno 2018
186 p., Brossura
9788838938061

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Claudio Rapetti
Recensioni: 5/5

Quest'anno ricorrono i 50 anni dalla primavera di Praga eppure non si è organizzato grandi eventi culturali per ricordare questo fondamentale evento per l'Europa e ciò è molto triste. Insieme alla rivoluzione ungherese del 1956 è uno dei momenti in cui la patina creata sull'Unione Sovietica di paradiso del popolo e dei lavoratori viene meno facendo emergere la faccia terribile e mostruosa dei regimi comunisti dell'URSS. Sellerio per ricordare questo importantissimo evento ripubblica uno splendido libro di Demetrio Volcic "1968. L'autunno di Praga" (la nostra bibliografia in merito è scarna ma ad esempio un testo alternativo è quello di Enzo Bettiza) che riesce a far rivivere in maniera nitida i fatti eroici e drammatici avvenuti a Praga e delinea i personaggi che hanno fatto la storia di quell'evento. Ecco che riemergono figure come Alexander Dubcek, Jan Palach, Leonid Breznev, Ludvik Svoboda, Vaclav Havel ecc personaggi spesso dimenticati dai giovani ma anche da tanti adulti nonostante siano protagonisti di eventi fondamentali. Alcuni, come Havel e Palach, sono esempi fortissimi della battaglia per la libertà e per la democrazia contro un totalitarismo oppressivo. Figure importantissime e veramente esplicative di coraggio ed eroismo. Nonostante ciò i media, lo stato e le istituzioni culturali han fatto ben poco per ricordare questi eventi e questi personaggi. Così come ben poco si sa e ben poco si fa per ricordare i fatti ungheresi del 1956 (testo magnifico è quello del grande Dalos "Ungheria 1956"). Certamente ritornare a quei momenti farebbe emergere i tanti silenzi compiacenti o imbarazzati di tanta sinistra dell'epoca (e non solo della sinistra ...) e addirittura l'appoggio esplicito di parte degli esponenti del PCI (in particolare nel caso ungherese) che tanti preferiscono dimenticare. Farebbe tornare alla mente che tantissimi hanno creduto che l'URSS fosse un paradiso e un esempio da seguire e non un totalitarismo mostruoso e inumano come invece era. In poche

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Mauro
Recensioni: 4/5

ottimo reportage sui fatti del 1968, in classico stile Volcic, completo, efficace, sintetico e a tratti dissacrante.

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Conosci l'autore

Demetrio Volcic

1931, Lubiana

Demetrio Volcic (Lubiana 1931) è un giornalista e un politico italiano. È stato per un quarto di secolo corrispondente estero della RAI, direttore del TG1 nel '93 e '94, senatore dal '97 al 2001 e eurodeputato dal '99 al 2004. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Mosca, I giorni della fine; Sarajevo. Quando la storia uccide; Est. Andata e ritorni nei paesi ex-comunisti; Il piccolo zar, 1956. Krusciov contro Stalin e 1968. L'autunno di Praga.

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