L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Promo attive (0)
Venezia 1480. Tre ebrei bruciati in piazza, una giustizia che cede all’intolleranza. Una tragedia destinata a ripetersi in ogni tempo e luogo. Tra storia e invenzione il nuovo avvincente romanzo dall’autore di Non tutti i bastardi sono di Vienna, Premio Campiello 2011.
Nel 1480, in un piccolo paese del trevigiano, un bambino sparisce nel nulla. L’archisinagogo Servadio e altri due ebrei vengono accusati di averlo ucciso per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Torturati e condannati a morte per infanticidio rituale, fanno ricorso e il processo si riapre davanti al Senato di Venezia. Boris da Candia, spia della Repubblica di San Marco, uomo di «inganno e di rapina», avventuriero levantino e violento, ma anche colto umanista, è investito di una missione segreta. Venezia è appena uscita da una guerra contro i turchi e dalla peste. Il malcontento si diffonde. Il francescano Bernardino da Feltre, con le sue prediche infuocate, fomenta nel popolo l’odio contro gli ebrei, perché il suo ordine religioso vuole sostituire i loro banchi dei pegni con quelli del Monte di Pietà. Il doge Giovanni Mocenigo, per motivi economici e di ordine pubblico, emana una bolla che proclama la tolleranza e impone il rispetto degli ebrei, cittadini laboriosi e fedeli alla legge, ma ciò non basta a moderare il livore plebeo istigato dal feroce predicatore. Boris da Candia, un Corto Maltese arguto e a tratti brutale, che frequenta palazzi e bordelli, nel corso delle sue indagini incrocia una maga, donna dalle grazie misteriose, che gli rivela particolari ignoti a tutti: «Il dettaglio è il crocevia dove il visibile e l’invisibile s’incontrano». Giovanni, un monello di strada, lo aiuta a districarsi. Ma è il dialogo con Servadio quello che lo segna più di ogni altro, perché l’archisinagogo, sapiente e mite, si rivela uomo di tale travolgente spiritualità da far vacillare il miscredente avventuriero, e questo genera in Boris una inaspettata sete di giustizia: «I popoli, non sapendo fare forte il giusto, chiamano giusto il forte». Ma che spazio hanno le ragioni dello spirito nella cieca inerzia della Storia? La scrittura musicale di Andrea Molesini scolpisce con maestria l’amara intensità emotiva della vicenda. Boris è un personaggio che scopre di essere, a dispetto del proprio passato, la porta che mette in comunicazione due mondi, la commedia e la tragedia, che si intrecciano e fondono nel sempiterno spettacolo dell’azione, dove da sempre il male pubblico giunge alla casa di ognuno.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ricostruzione storica del processo contro gli ebrei di Portobuffolé ordito dalla Chiesa Romana, grazie ai Sermoni di Bernardino da Feltre, per far chiudere i Banchi dei pegni ebrei a favore del Monte di Pietà della Chiesa!!!! Svoltosi a Venezia (ob torto collo per...Ragion di Stato!!) sapendo benissimo che gli Ebrei erano innocenti, e che le accuse erano false!!! Il protagonista/narratore (Boris da Candia) creato da Molesini si inserisce molto bene nella catena di avvenimenti. Scritto in maniera avvincente e piacevole.
Venezia, 6 luglio 1480. Tre ebrei di Portobuffolè, un piccolo paese del trevigiano, vengono bruciati vivi tra le due colonne di piazza San Marco. Il senato della Repubblica di Venezia li ha giudicati colpevoli di aver ucciso un bambino cristiano per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Un episodio unico nella storia millenaria della città lagunare, ma una tragedia che l’Europa ha visto ripetersi in ogni tempo e luogo. Andrea Molesini ricostruisce il processo politico grazie ai verbali conservati nell’Archivio di Stato e alterna con maestria, in una trama ricca di colpi di scena, personaggi storici e d’invenzione.
Accusati di aver rapito e ucciso un bimbo per impastare con il suo sangue le focacce pasquali, l’archisinagogo Servadio e altri due ebrei cedono alla tortura ammettendo di aver compiuto ciò che in effetti non hanno fatto. E proprio per questo, per l’ammissione di una colpa inesistente solo per evitare i tormenti, i tre fanno ricorso e il processo, conclusoso in primo grado nel luogo dove avrebbero commesso il reato, prosegue davanti al Senato di Venezia. In questa vicenda si inserisce Boris da Candia, un avventuriero anche umanista di cui si serve la Serenissima per eliminare uomini a lei ostili, oppure per spiare. E qui mi fermo, perché non intendo assolutamente svelare come procederà questo bellissimo romanzo e tanto meno la fine dello stesso. Andrea Molesini precisa, prima dell’elenco delle numerose fonti, che il fatto di cui si narra è realmente accaduto; tuttavia molti personaggi, soprattutto Boris da Candia, sono esclusivo frutto di immaginazione. Se la vicenda di per sé è di notevole interesse, il pregio dell’opera va cercato ben oltre; certo non mancherà di appassionare la trasformazione di Boris da uomo di inganno e omicidio a essere consapevole dei suoi errori, impregnandosi di quella umanità che non gli è mai stata propria, in un lungo e anche faticoso cammino di vera redenzione. Ciò che però Il rogo della Repubblica è in grado di offrire come rilevante valore è l’onnipresente conflitto fra potere e giustizia e questo non solo allora, ma anche oggi, anzi in qualsiasi epoca. Se il potere non è mai giusto perché fa prevalere, a costo anche di condannare degli innocenti, la ragion di stato sulla verità, è altrettanto vero che la giustizia non può trionfare senza un suo effettivo potere. Eppure, l’ingiustizia tende a prevalere, perché chi l’amministra sono uomini, con tutti i loro difetti. iIl rogo della Repubblica è un gran bel romanzo storico e conferma le eccellenti capacità dell’ autore già riscontrate sempre nella produzione precedente.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore