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Autrice che ha strameritato il Nobel, troppo poco amata e apprezzata nel nostro Paese. 24 racconti uno più bello dell'altro. Sono quadri, spaccati di vita con un twist finale che ti sorprende, che ti appaga l'animo. Ti ritrovi in Canada, in luoghi misteriosi e affascinanti. Inizierei da questo lavoro per conoscere uno spaccato della produzione della Munro con racconti di altissima qualità scritti in modo sublime.
Recensioni
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“Voglio che parlino di vita”. È ciò che alice Munro si aspetta dai suoi racconti. (…) Ed è proprio così. Di vita e di occasioni per sentirsi toccati dalla scrittura i ventiquattro racconti dell’ultima raccolta ne sono ricolmi. (…) I racconti di Alice Munro ci rimandano spesso ad altre storie. Ci confermano che i personaggi fatti della carta dei libri che abbiamo letto possono apparirci vivi e vicini come quelli in carne e ossa e ci dicono molto sul nostro bisogno di lettori di storie da abitare e sentire nostre (…).
Nel racconto Le bambine restano, i personaggi dello spettacolo teatrale in cui recita la protagonista – una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice – si insinuano a tal punto nella sua vita che suo marito e le sue figlie diranno che è scappata con Orfeo. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, invece, leggiamo di chi le storie le racconta e le scrive. Il mestiere del narratore ci appare qui come la gioia di stare soli e fermarsi ad osservare, un’attività “più simile a una mano che acciuffi qualcosa nell’aria che alla costruzione di storie”. È così che si potrà captare il mistero anche dove apparentemente non c’è. È una questione di prospettive, ci suggerisce la stessa autrice. (…)
Alice Munro ha il potere di farci avvicinare talmente tanto ai suoi personaggi da farci respirare i loro drammi, anche quando potrebbero lasciarci indifferenti. Lo fa fornendoci i dettagli al momento giusto, come se fossero degli indizi, e con una scrittura sempre precisa e puntuale, in grado di descrivere con la stessa splendida maestria il pianto di un bambino, il posto esatto degli oggetti in una casa, le proprietà degli alberi e il momento esatto in cui le scelte prendono forma senza che neanche ce ne accorgiamo. Se tutto dipende dalla prospettiva con cui ci affacciamo sul mondo delle storie, infine, non dobbiamo tralasciare l’effetto che può avere il filtro della memoria. Il tempo che passa e che trasforma continuamente i ricordi è uno degli aspetti più affascinanti di questa raccolta. così leggiamo che i sentimenti possono variare a tal punto da fare “il giro completo” dentro di noi e diventare irriconoscibili, che il paese natio può perdere i suoi segreti per chi l’ha descritto tante volte, che la casa dove si cresce assumerà un valore diverso per chi la lascia e per chi ci rimane, che i misteri a cui credevamo di aver assistito da bambini perderanno inaspettatamente la loro veridicità e che ci ritroveremo a giustificare gli sbagli che un tempo ci sembravano imperdonabili.
Recensione di Sara Monti
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