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La memoria del topo
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Descrizione


Scelto da IBS per la Libreria ideale perché Connelly, con la serie dedicata ad Harry Bosch inaugurata con questo romanzo, ha dato nuovo smalto a uno dei filoni più prolifici della narrativa gialla: il "police procedural".

La morte di Billy Meadows sembra un caso facile da risolvere, troppo facile. Il suo cadavere riverso in un condotto abbandonato, la siringa ancora piantata nel braccio. Ma c'è qualcosa che non convince Harry Bosch, detective della divisione Hollywood, la fogna della polizia di Los Angeles. Troppe coincidenze, e le coincidenze Bosch lo sa, non esistono. Dietro quella morte che in troppi vorrebbero liquidare come un banale caso di overdose, si nasconde ben altro. Sin dalle prime indagini, Bosch scopre collegamenti con una clamorosa rapina che aveva coinvolto anche l'FBI e intuisce una rete di corruzione, violenza e vendette.
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Dettagli

2013
Tascabile
24 ottobre 2013
448 p.
9788868366452
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

Parte Prima

Domenica 20 maggio

IL RAGAZZO NON RIUSCIVA a vedere niente al buio ma non gli importava. L'esperienza e la lunga pratica gli assicuravano che il risultato finale sarebbe stato ottimo. Era bello. Il getto fluido, il movimento regolare del braccio, la rotazione del polso. Bastava non staccare mai il dito dal pulsante. Senza scatti. Perfetto.
Udiva il sibilo dell'aria che usciva e sentiva la pallina ruotare sotto il dito. Erano sensazioni confortanti. L'odore gli ricordò il calzino che teneva in tasca e pensò di dargli una sniffata. Magari dopo, decise. Ora non voleva fermarsi, non prima di aver terminato il disegno con un unico spruzzo ininterrotto.
Ma a un tratto si bloccò - quando il rombo di un motore sovrastò il sibilo della bomboletta spray. Si guardò attorno ma non vide che il riflesso argenteo della luna sul bacino artificiale e la luce fioca proveniente dalla lampadina sopra la porta della cabina di pompaggio, a metà della diga.
Non si era ingannato. Il rumore si stava avvicinando. Gli sembrò quello di un camion e credette di udire lo stridio dei pneumatici sulla ghiaia della strada che portava al bacino. Erano quasi le tre del mattino e stava arrivando qualcuno. Perché? Il ragazzo si alzò e scagliò la bomboletta spray nell'acqua. Mancò il bersaglio e la udì cadere tra gli sterpi. Estrasse il calzino dalla tasca e decise di farsi una sniffata veloce. Affondò il naso e inspirò profondamente i vapori di vernice. Si dondolò sui talloni, sbattendo le palpebre. Buttò il calzino oltre la ringhiera.
Poi raddrizzò la motocicletta e la spinse al di là della strada, verso l'erba alta, il sottobosco e gli alti pini ai piedi della collina. Era un buon nascondiglio, pensò. Da lì avrebbe potuto vedere chi arrivava. Il rombo del motore si fece più intenso. Gli sembrò vicinissimo ma si stupì di non scorgere i fari. Strano, ma era troppo tardi per scappare. Adagiò la moto tra le erbacce scure e arrestò con la mano la ruota anteriore che continuava a girare. Poi si accoccolò a terra e attese.

Harry Bosch udì l'elicottero girare in tondo nell'oscurità. Perché non atterrava? Perché non veniva a soccorrerlo? Harry avanzava in un tunnel buio e fumoso e le pile si stavano scaricando. Il fascio di luce della torcia elettrica era sempre più fioco. Aveva bisogno di aiuto. Doveva muoversi più velocemente. Doveva raggiungere la fine del tunnel prima che la luce si esaurisse completamente. Udì l'elicottero passare ancora una volta. Perché non atterrava? Dov'erano i soccorsi che aspettava? Quando il ronzio delle pale si affievolì, fu assalito dal panico e prese ad avanzare rapidamente strisciando sulle ginocchia ferite e sanguinanti, tenendo con una mano la torcia e puntellandosi a terra con l'altra per mantenere l'equilibrio. Non si guardò alle spalle perché sapeva che il nemico era dietro di lui nella foschia nera. Invisibile ma presente. E sempre più vicino.
Quando suonò il telefono in cucina, Bosch si svegliò di soprassalto. Contò gli squilli, domandandosi se ne avesse già mancati un paio e se la segreteria telefonica fosse inserita.
Non lo era. Non rispose e dopo otto squilli il telefono tacque. Si strofinò gli occhi e si guardò attorno. Era di nuovo stravaccato sulla poltrona del salotto, la comoda poltrona reclinabile che costituiva il pezzo forte del suo modesto arredamento. La considerava il suo posto di guardia benché fosse impreciso chiamarla così visto che ci dormiva spesso anche quando non era di turno.
La luce mattutina penetrava dalla fessura tra le tende proiettandosi sul pavimento di legno chiaro. Osservò il pulviscolo galleggiare pigramente nel raggio di luce presso la porta a vetri scorrevole. La lampada sul tavolo di fianco alla poltrona era accesa e la televisione, con il volume al minimo, trasmetteva uno dei soliti programmi religiosi della domenica mattina. Sul tavolo presso la poltrona c'erano i suoi compagni di insonnia: un mazzo di carte da gioco, alcune riviste e dei gialli tascabili - questi ultimi appena sfogliati e presto abbandonati. C'erano anche un pacchetto di sigarette accartocciato e tre bottiglie di birra vuote di marche diverse. Bosh era perfettamente vestito, compresa la cravatta, stropicciata e fissata alla camicia bianca da un fermaglio in argento con il numero 187.
Portò la mano alla cintura, e lentamente la spostò di lato, nella zona renale. Attese. Quando scattò il segnale del cerca-persone, spense immediatamente il fastidioso cicalino. Staccò l'apparecchio dalla cintura e guardò il numero. Non si stupì. Si alzò, si stirò, fece schioccare le giunture del collo. Poi andò in cucina. Il telefono era sul ripiano. Prima di comporre il numero scrisse "domenica ore 8.53" su un taccuino che teneva nella tasca della giacca. Dopo due squilli una voce rispose: "Polizia di Los Angeles, Divisione Hollywood. Sono l'agente Pelch, posso esserle utile?"

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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Ismaele
Recensioni: 5/5
La galleria degli orrori

Il primo romanzo della serie Bosch non si scorda mai, per svariati motivi. In primo luogo, perché l'autore introduce quelli che saranno dei comprimari fondamentali per il prosieguo della storia di questo solitario detective (il partner Edgar, il capo dallo strano nome - Irvin Irving -, l'agente dell'FBI Eleoror Wish), ma anche perché sbattono subito in faccia al lettore la realtà corrotta e corruttibile in cui si muove Bosch. La storia che fa da sfondo è un classico del poliziesco di genere: una rapina in banca, nel suo cuore, nel caveau. Ma anche questo fatto, scontato, è un pretesto per raccontare il passato di Bosch, fatto di incubi e gallerie vietnamite. Da leggere.

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Pompiere
Recensioni: 2/5

È un po' pallido questo Bosch. Sembra un uomo tutto d'un pezzo, sembra deciso, sembra che abbia le idee chiare, sembra scontroso, sembra che i fatti stiano in un certo modo e poi forse stanno in un'altro. E' tutto un sembra. Mi sa che non leggerò più romanzi di Connelly.

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Fra
Recensioni: 5/5
Bello ed emozionante

Si vivono a pieno l'orrore ed i postumi della guerra del Vietnam attraverso questo reduce...

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La recensione di IBS

"Cerchi di capire, controlliamo tutti i fascicoli di quelli che hanno combattuto nelle gallerie, in Vietnam, e ci imbattiamo nel famoso Harry Bosch, il detective superstar, quello sui cui casi sono stati scritti dei libri. E una serie per la TV. L'uomo che ha riempito intere pagine di giornale, quello la cui stella è tramontata per colpa di un mese di sospensione e del trasferimento dalla celebre Divisione Rapine-Omicidi a..."

La guerra del Vietnam è diventata per gli americani uno dei temi ricorrenti in letteratura, nella cinematografia, nel teatro. Anche questo romanzo di Michael Connelly, recentemente tradotto in italiano, si basa su una trama che ha in quella dolorosa esperienza il proprio motore. Protagonista è l'ormai conosciuto Harry Bosch, detective della Divisione Hollywood della polizia di Los Angeles: tutte le sue modalità d'indagine sono note al lettore, la sua personalità e gli atteggiamenti nei confronti del mondo circostante ricalcano la tipologia del "duro" e dell'"eroe solitario" frequente soprattutto nella produzione cinematografica americana. Ma un elemento che lo caratterizza e che sembra quasi in contraddizione con altri aspetti del personaggio è l'essere nello stesso tempo vincitore e perdente, escluso e richiesto, amato e rifiutato: contraddizioni che costruiscono attorno a Bosch la simpatia del lettore e il parteggiare per lui. In questo romanzo tutto appare, all'inizio, semplice: un morto per overdose trovato in un condotto abbandonato è un caso di "normale amministrazione", non richiede nessuna indagine poliziesca, non c'è niente di interessante da scoprire, eppure qualcosa non quadra in quella storia, qualcosa non convince. Bosch viene investito del caso, la posizione del cadavere, il segno sul braccio (unico ed eccessivamente grande), una bomboletta spray trovata sul posto e un graffito interrotto, fanno sospettare che quella morte sia in realtà il risultato di un omicidio.

L'identificazione del morto, il suo essere stato commilitone di Bosch in Vietnam, i collegamenti ambigui con personaggi fuggiti alla fine della guerra da quell'area martoriata del mondo, aprono nuovi scenari alle indagini. Nascono anche problemi per il nostro detective, di certo poco amato da colleghi e superiori, tanto da essere in un primo momento esonerato dall'incarico; ma la stima per le sue indubbie capacità investigative, e l'esigenza di chiarire una questione ormai troppo intricata, lo riportano sulla scena. Quello che viene man mano scoperto è il reticolo di corruzione che da una storia conclusa da quasi vent'anni (il romanzo è uscito nel 1992 negli Stati Uniti) ancora si ripercuote sul presente: la corruzione dominante nel Vietnam del Sud, controllato dagli americani, ha creato guadagni illeciti in alcuni funzionari e queste ricchezze, davvero ingenti, continuano a creare intorno a sé una rete di delinquenza e di delitti che si intrecciano con la "normale" malavita locale. Una banca svaligiata, un'altra in procinto di subire la stessa sorte, dei diamanti, e infine un morto (quel morto con cui si apre il romanzo): tutto viene ricondotto con logica stringente a un unico caso. Per fermare le prevedibili, imminenti mosse di questi criminali, Bosch dovrà mettere in campo tutta la sua intelligenza e la sua durezza, la guerra del Vietnam gli ha di certo insegnato che sopravvivere non è facile, Los Angeles e la guerra quotidiana che qui si combatte glielo hanno sicuramente confermato.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Michael Connelly

1956, Filadelfia, Pennsylvania

Scrittore statunitense di thriller. Laureatosi in ingegneria nel 1980 comincia a lavorare presso la redazione di alcuni giornali. Nel 1986 produce un reportage insieme ad altri due giornalisti intervistando i sopravissuti di un disastro aereo. Il loro lavoro viene candidato per il Premio Pulitzer. In seguito a questa esperienza Connelly trova impiego come giornalista criminologo al «Los Angeles Times». Aveva deciso di diventare scrittore di thriller già ai tempi dell'università dopo avere scoperto i romanzi di Raymond Chandler e ha sfruttato gli anni passati da giornalista per studiare da vicino il lavoro della polizia e lo svilupparsi delle indagini che seguivano i delitti di cui si occupava. Vincitore del Premio Bancarella nel 2000 con Il ragno, la maggior...

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