Propr. Michael S. Enzo S., attore, sceneggiatore e regista statunitense. Dopo un'apparizione in Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) di W. Allen, raggiunge la notorietà a livello mondiale negli anni '70 e '80 nei panni del pugile Rocky Balboa e in quelli dell'ex marine Rambo, protagonisti rispettivamente di cinque e di tre film. Rocky (1976) di J.G. Avildsen, capostipite della serie, lo consacra con l'Oscar per il miglior film. Subito dopo inanella una lunga serie di successi al botteghino tra cui: Nick lo scatenato (1984) di B. Clark, Tango & Cash (1987) di A. Konc?alovskij, Cliffhanger - L'ultima sfida (1993) di R. Harlin, Demolition Man (1993) di M. Brambilla, Cop Land (1997) di J.?Mangold e La vendetta di Carter (2001) di S. Kay, nei quali ripropone quasi sempre la stessa tipologia di personaggio che riesce a prendersi la rivincita su una società spesso chiusa e corrotta, superando avversità e ingiustizie grazie alla propria forza di volontà e fisica. Il prototipo ritorna anche in D-Tox (2002) di J. Gillespie, ma S. non disdegna qualche incursione nella commedia, come nel caso dell'italo-americano Angelo Provolone in Oscar - Un fidanzato per due figlie (1991) di J. Landis. Si misura anche con la regia: prima dirige sé stesso in Taverna Paradiso (1978) e in alcuni film della serie Rocky, poi produce e dirige il musical Staying Alive (1983), sfruttando le doti di ballerino di J. Travolta, reduce dai successi di La febbre del sabato sera (1977) di J. Badham e Grease (1978) di R. Kleiser. Nel 2006, a 60 anni suonati, si lancia in un'impresa «disperata», perfettamente in linea con lo spirito del suo personaggio più celebre: scrive, dirige e interpreta Rocky Balboa, ennesimo capitolo della saga del pugile italoamericano, che traccia un involontario bilancio su una concezione dell'attore hollywoodiano oramai avviata all'estinzione. Invecchiato e anacronistico nei toni è anche il suo John Rambo (2008), quarto episodio sul suo reduce dal Vietnam, che tuttavia recupera il contatto con l'attualità attraverso l'ambientazione in Birmania e la battaglia in difesa delle vittime della dittatura, sempre a mezzo di truculenta carneficina.