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Eileen - Ottessa Moshfegh - copertina
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Eileen

Descrizione


Quello che Ottessa Moshfegh racconta non è solo la conquista della libertà geografica da un ambiente claustrofobico e oppressivo, ma anche l'esplorazione di una libertà che investe il corpo e i desideri femminili, in un 1964 in cui le possibilità per una donna sono limitate e prescritte.

"Eravamo nel 1964, stava per succedere di tutto."

Le ragazze americane scoprono le minigonne, fumano per strada, conquistano nuove libertà. Ma Eileen Dunlop non è come le altre ragazze, non cerca di rendersi attraente, non ascolta i Beatles e non guarda Ed Sullivan alla tv, non le interessano le cose divertenti o popolari. Vive con il padre alcolizzato in una cittadina di periferia, in un quartiere con le strade fiancheggiate da alberi e gente piena di senso civico: un posto che sembra meraviglioso, a passarci in macchina. Lavora in un riformatorio per adolescenti maschi, fa seguire le regole come le ha insegnato la sua educazione conservatrice e cattolica. Timbra il cartellino in entrata e in uscita, timorosa di essere punita o esclusa: nessuno potrebbe dire di lei che è una pervertita, una ladra o una bugiarda. La vita di Eileen potrebbe scorrere così per sempre, noiosa e spenta come le sue gonne di lana al ginocchio e le calze spesse. Ma non accade. Perché Eileen in realtà è una furia, i pensieri sempre in movimento, la mente come quella di un assassino. È il 1964 e la libertà non è lontana. E se la libertà avesse un nome ambiguo e seducente come Rebecca Saint John? L'impeccabile direttrice del carcere, dagli occhi di uno strano azzurro piscina tropicale e i modi pazzi dei ricchi straordinariamente belli? Forse, senza Rebecca, Eileen avrebbe passato il tempo giurando a Dio che sarebbe cambiata, sarebbe diventata una vera signora, avrebbe tenuto un diario, sarebbe andata in chiesa, avrebbe pregato, indossato vestiti puliti, scelto amiche carine, avrebbe fatto coppia fissa con un bravo ragazzo, si sarebbe occupata del bucato. Forse, senza Rebecca, Eileen non si sarebbe fatta strada da sola, un'orfana che si allontana in macchina in una gelida mattina di Natale…
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Dettagli

2017
17 gennaio 2017
224 p., Brossura
9788804661856
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Indice

Le prime frasi del romanzo

1964

Sembravo una di quelle ragazze che vi aspettereste di vedere sull'autobus in città, immersa in qualche vecchio libro di piante o di geografia preso dalla biblioteca, e con i capelli castano chiari magari avvolti in una retina. Potevo essere una che studia da infermiera o una dattilografa, avreste notato le mani nervose, un piede che dondola, il labbro mordicchiato. Non avevo niente di speciale. È facile per me immaginare questa ragazza, una versione di me stessa strana, giovane e introversa, che si porta dietro un'anonima borsa di pelle o pesca noccioline da un pacchetto, se le rigira una per una tra le dita coperte dai guanti e risucchia le guance guardando ansiosa fuori dal finestrino. Al mattino il sole illuminava la peluria sottile sul mio viso, che cercavo di coprire con la cipria compatta, di una tonalità un po' troppo rosata per la mia carnagione pallida. Ero magra, spigolosa, i movimenti a scatti, incerti, la postura rigida. Avevo la faccia piena di cicatrici da acne, lisce ma evidenti, che offuscavano qualsiasi dolcezza o follia si nascondesse dietro quell'aspetto freddo e cadaverico da New England. Con gli occhiali potevo sembrare un'intellettuale, ma ero troppo impaziente per essere davvero un'intellettuale. Avreste detto che mi piacesse l'immobilità delle stanze chiuse, che trovassi conforto nel silenzio totale, con lo sguardo che si sposta lentamente tra carta, pareti, tendaggi pesanti, i pensieri che non abbandonano mai quello che gli occhi identificano - libro, scrivania, albero, persona. Invece, io detestavo il silenzio. Detestavo l'immobilità. Odiavo praticamente tutto. Ero sempre molto infelice e arrabbiata. Cercavo di controllarmi, e questo mi rendeva soltanto più goffa, infelice e arrabbiata. Ero come Giovanna d'Arco, o Amleto, ma ero nata nella vita sbagliata - la vita di un nessuno, una trovatella, invisibile. Non c'è un modo migliore di spiegarlo: non ero me stessa, a quel tempo. Ero qualcun altro. Ero Eileen.

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anna
Recensioni: 5/5

E' un libro bellissimo. Ricorda molto alcune opere di Joyce Carol Oates ma in chiave più fresca e moderna. Consigliatissimo

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Giulietta
Recensioni: 5/5

Incuriosita dall'autrice a causa del suo ultimo bestseller, ho cercato in biblioteca qualche altro suo scritto. Ho trovato "Eileen" e ne sono rimasta... colpita. Il racconto di Eileen ha il fascino dell'incidente d'auto. Orribile, disgustoso, fa più ribrezzo per ogni minuto di più in cui vi si tengono incollati gli occhi, ma proprio per questo non si riesce a distogliere lo sguardo. La protagonista è schiava dei suoi brutti pensieri, e da nessuno, attorno a lei, spira aria di redenzione. Perfetto per chi rimane affascinato dall'orrido, ma crede in un possibile lieto fine per tutti.

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Sofia
Recensioni: 2/5

La storia è miserabile. La protagonista Eileen, nonostante la difficoltà del contesto familiare in cui è cresciuta, è così cinica e patetica, immersa nelle sue fantasie da folle, che non suscita il minimo moto di pietà nei suoi confronti, se non nella parte in cui va a "casa" di Rebecca e si ha quasi nostalgia del prima, con le sue sbronze, la sporcizia e l'indolenza . Non so se l'intento dell'autrice fosse questo, ma pagina dopo pagina il disgusto per i personaggi e la storia diventa quasi insopportabile. Difficile trovare un perché.

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Conosci l'autore

Ottessa Moshfegh

1981, Boston

Ottessa Moshfegh è un'autrice statunitense. Nata a Boston, scrive romanzi e saggi. Ha pubblicato una novella, McGlue, che ha vinto il Fence Modern Prize e il Believer Book Award. Suoi racconti sono apparsi sulla "Paris Review", sul "New Yorker" e su "Granta". Con Eileen, il suo primo romanzo, ha vinto il PEN/Hemingway Award per l'opera prima ed è stata finalista del National Book Critics Circle Award e del Man Booker Prize. Nel 2019 pubblica con Feltrinelli Il mio anno di riposo e oblio. Nel 2020 esce, sempre per la stessa casa editrice, La morte in mano, nel 2021 Nostalgia di un altro mondo, nel 2023 Lapvona e nel 2024 McGlue.Fonte immagine: sito web Feltrinelli

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