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Una nuova branca delle scienze storiche sta prendendo forma, in questo tormentato avvio del nuovo millennio: è la storia dell'ambiente, una disciplina che tenta di incrociare i tempi e i ritmi degli assetti ambientali con l'azione plasmatrice (o disgregatrice) delle comunità umane. Tradotto nell'evocativo, affascinante linguaggio della nostra tradizione mitologica, il problema è di coniugare Demetra e Clio: la dea della Terra fertile, dotata di autonoma forza creativa, e la musa che s'incarica di rappresentare l'opera storica delle società umane.Piero Bevilacqua, che di questo nuovo approccio degli studi storici è stato in Italia l'antesignano ed è forse il più autorevole sostenitore, sviluppa in questo volume la sua riflessione focalizzandola su cinque parole-chiave: le razionalità, le politiche, le cronologie, le risorse, il lavoro. Ciascun capitolo del libro tenta di ricostruire i temi del rapporto economia-ambiente in prospettiva storica: le politiche con cui di volta in volta si è tentato, in Europa, di regolare l'impatto delle attività produttive sul mondo fisico, le scansioni temporali entro cui si è venuta svolgendo la crisi ambientale del XX secolo, le risorse naturali concepite come partner creativo della vita produttiva, e infine il lavoro riconsiderato nella sua doppia faccia di umana operatività, tecnologia, cultura, ma anche di «natura» che trasforma il mondo fisico circostante.L'ambiente esaminato nei vari capitoli, dunque, non è mai la natura primigenia e incontaminata, ma sempre la terra modificata e resa produttiva dall'opera dell'uomo. È il tentativo di guardare alla storia del rapporto uomo-ambiente dal punto di vista di quello che l'autore chiama un «antropocentrismo sostenibile»: un approccio che non scada in una ricostruzione meramente naturalistica delle vicende del passato, e che tuttavia sappia riconoscere alla natura, nei processi economici e sociali, un'autonoma presenza e una incoercibile creatività.
Una nuova branca delle scienze storiche sta prendendo forma, in questo tormentato avvio del nuovo millennio: è la storia dell'ambiente, una disciplina che tenta di incrociare i tempi e i ritmi degli assetti ambientali con l'azione plasmatrice (o disgregatrice) delle comunità umane. Tradotto nell'evocativo, affascinante linguaggio della nostra tradizione mitologica, il problema è di coniugare Demetra e Clio: la dea della Terra fertile, dotata di autonoma forza creativa, e la musa che s'incarica di rappresentare l'opera storica delle società umane.
Piero Bevilacqua, che di questo nuovo approccio degli studi storici è stato in Italia l'antesignano ed è forse il più autorevole sostenitore, sviluppa in questo volume la sua riflessione focalizzandola su cinque parole-chiave: le razionalità, le politiche, le cronologie, le risorse, il lavoro. Ciascun capitolo del libro tenta di ricostruire i temi del rapporto economia-ambiente in prospettiva storica: le politiche con cui di volta in volta si è tentato, in Europa, di regolare l'impatto delle attività produttive sul mondo fisico, le scansioni temporali entro cui si è venuta svolgendo la crisi ambientale del XX secolo, le risorse naturali concepite come partner creativo della vita produttiva, e infine il lavoro riconsiderato nella sua doppia faccia di umana operatività, tecnologia, cultura, ma anche di «natura» che trasforma il mondo fisico circostante.
L'ambiente esaminato nei vari capitoli, dunque, non è mai la natura primigenia e incontaminata, ma sempre la terra modificata e resa produttiva dall'opera dell'uomo. è il tentativo di guardare alla storia del rapporto uomo-ambiente dal punto di vista di quello che l'autore chiama un «antropocentrismo sostenibile»: un approccio che non scada in una ricostruzione meramente naturalistica delle vicende del passato, e che tuttavia sappia riconoscere alla natura, nei processi economici e sociali, un'autonoma presenza e una incoercibile creatività.
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