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Anno edizione: 2022
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Elisa Fuksas, con una scrittura esatta e intelligente, dolente e ironica, porta chi legge a pronunciare nuovamente o per la prima volta i voti battesimali che diffondono salvezza.
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Deludente non per i temi (importantissimi, anche se saranno valsi all'autrice qualche presa in giro, non troppe dato che è pur sempre una persona importante), come il rapporto con gli altri e con Dio, gli affetti familiari. Ma per lo stile (le solite frasette spezzate tanto di moda), gli amorazzi desolanti, l'ambientazione tra pseudointellettuali. Sfugge all'autrice che a Roma esistono persone che non dicono "c***o" e hanno donne delle pulizie con contratto e contributi (e che non c'è bisogno di dirsi "cattolici" per capire che non è opportuno andare a letto con qualcuno senza esserci sposati, anche se lei, come molti, sembra ritenere che sia da "sfigati", altro termine idiota). O che cultura non vuol dire video, cinema, registi. Sullo sfondo la solita Roma odierna degradata (sporcizia, barboni), personaggi irritanti (il cafone milanese sul treno, presunti amici, il convivente pseudointellettualparassita tipico frutto delle università nostrane), matrimoni sfasciati con figli lasciati a sé stessi, tutto buonisticamente assolto. Commovente quando ricorda l'emarginazione che subivano i suoi compagni di liceo religiosi e non radical-chic o sinistrorsi e il passato remoto della nonna e del padre. I sacerdoti esemplari sono da epoca prebergogliana (non è chiaro perché all'autrice piaccia Bergoglio, le sfugge il di lui moralismo anticulturale e l'invidia verso chi è di più); oggi le direbbero di non farsi tanti problemi intellettuali e andare a fare la pappetta agli immigrati. In qualche punto prezioso si accenna a una Roma che non c'è più, a tradizioni abbandonate, a una strada incantevole sulle antiche rovine: è questa la risposta che all'autrice sfugge, ossia il fatto che le generazioni precedenti alla nostra hanno distrutto un modo di vita umano perché fondato su valori, ambienti e appartenenze semplici ma forti. Occorre recuperare tutto questo, riscattandolo dall'oblio, anziché lasciarsi andare nel flusso del continuo presente: così non si avrà paura di morire.
Bello
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