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Il 2021 si è chiuso con il secondo disco di Willie Nelson nell'anno, dopo lo splendido "That's Life", dove Willie faceva, benissimo, Frank Sinatra. "The Willie Nelson Family" è un progetto, ancora una volta, diverso dai precedenti, dove Willie, 88 anni, riunisce la sua famiglia, i figli Lukas e Micah, le figlie Paula e Amy, e la sorella Bobbie, splendida pianista anche a 91 anni. Una famiglia incredibile, un'autentica saga dell'America migliore. Stavolta non c'è Buddy Cannon in produzione e tutto viene registrato nei suoi studi di Padernales, in Texas, proprio come una cosa intima, fatta in pieno relax, a casa sua e il risultato è ottimo, come sempre. Un album breve, poco più di mezz'ora, con canzoni anche famosissime e forse un po' inflazionate, ("I Saw The Light", "Keep It On The Sunnyside", "Why Me"..), ma che acquistano un nuovo senso se viste come tracce utili a creare quel clima di festa in famiglia. E' come se Willie ci invitasse a casa sua, a cantare con lui e i suoi famigliari. Ovviamente c'è anche la sua band, con l'ultima apparizione del batterista/percussionista Paul English, morto poco dopo queste sessioni. Il repertorio è molto legato al gospel, alle canzoni religiose o, meglio, spirituali, scritte dallo stesso Nelson o prese dalla tradizione o da altri musicisti. Curiosa la scelta di "All Things Must Pass" di George Harrison, cantata da Lukas, che stacca un poco dal resto dei pezzi. Nessuna grande sorpresa, ovviamente, ma la solita grazia speciale di un uomo incredibile, questa volta circondato dall'affetto della sua famiglia. Tutto qui, musica senza tempo, godibilissima e con una toccante Bobbie Nelson: ho sempre amato il suo tocco al pianoforte nei tanti dischi del fratello. Album non essenziale, ma io me lo tengo stretto.
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