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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2020
Fra le tante pretese certezze che contribuiscono a disegnare il nostro senso comune, vi è quella dell'esistenza di un passato in cui la famiglia, unità produttiva e riproduttiva, sarebbe stata anche il luogo della cura e dell'assistenza dei suoi membri, di quelli anziani in particolare. Nel nucleo domestico, fondamento di ogni legame sociale, si sarebbe così dispiegata una naturale solidarietà tra generazioni, che si sarebbe tradotta nella cura dei vecchi e degli inabili. Parallelamente, il passaggio alla modernità si sarebbe accompagnato, tra l'altro, a una trasformazione di questa configurazione di rapporti. Il progressivo complicarsi del tessuto sociale, dell'organizzazione del lavoro, della produzione avrebbe provocato un allentamento di queste solidarietà e il trasferimento dei compiti di assistenza dalla famiglia alle istituzioni impersonali dello stato. Queste ultime avrebbero inoltre coniugato il proprio nuovo ruolo a una vocazione al controllo della marginalità sociale, fino alla sua reclusione. È facile leggere, nell'evoluzione che viene così disegnata, l'auctoritas di categorie sociologiche sulla modernizzazione che vengono applicate in modo irriflesso, ed è impressionante misurare il peso che esse rivestono nel costruire l'immagine del nostro passato.
Il libro di Angela Groppi, come i buoni libri di storia, realizza un'operazione complessa: sottopone alla prova delle fonti storiche questi presupposti, mostrandone la scarsa fondatezza; ricostruisce in modo puntuale il funzionamento del sistema familiare e istituzionale di assistenza in una specifica situazione storica; e, infine, costruisce un nuovo oggetto che consegna al lettore e allo storico: un interrogativo quanto ai modi e alle ragioni che hanno dettato la costruzione di questa falsa conoscenza.
Il terreno della ricerca è la Roma tra Sei e Settecento. Gran parte delle moltissime fonti mobilitate sono state prodotte da due tra le principali istituzioni caritative della città, l'Ospedale dei poveri mendicanti di San Sisto e l'Ospizio apostolico dei poveri invalidi in cui il primo fu assorbito a fine Seicento. La prima parte del libro è dedicata alla ricostruzione delle caratteristiche dell'assistenza istituzionale, a cominciare dai criteri di accettazione, che disegnavano una particolare figura di individui degni di assistenza. Questi non erano i poveri marginali, ma piuttosto anziani immiseriti e non per questo miserabili, individui caratterizzati più da un'accresciuta dipendenza, determinata anche dall'età avanzata, che da una situazione di indigenza. E infatti, spesso, il ricovero si configura come l'esito di uno scambio tra promesse di lasciti testamentari, o versamenti di denaro, da parte dei familiari e l'assistenza che l'Ospedale si impegna allora a fornire. Quest'ultima si inscrive quindi in una specifica economia dominata da forme, complesse, di reciprocità. Soprattutto, l'analisi di Groppi mostra la costante interazione fra istituzioni e famiglie e la pressione esercita dagli Ospedali sui congiunti dei "poveri anziani" perché non si sottraggano agli obblighi di fornire gli alimenti. Le istituzioni sono interlocutori puntuali, che intervengono contro ogni tentazione da parte dei membri della parentela di delegare loro la cura dell'anziano, e ne suggeriscono anzi la condotta. Questa stessa interazione fra istituzioni e famiglie emerge con ancora maggiore chiarezza nella seconda parte del libro, dedicata al tema dei diritti agli alimenti, e all'analisi dei ricorsi inoltrati contro coloro che recalcitravano ad aiutare i propri congiunti in difficoltà.
In opposizione rispetto all'immagine della solidarietà naturale dei legami familiari, il libro mostra invece il ruolo ricoperto dai sistemi giuridici e dagli apparati giudiziari nella loro costruzione e nella loro organizzazione. E in opposizione rispetto alla immagini evolutive che vedono "passaggi di responsabilità" dell'assistenza dalla famiglia alle istituzioni, il libro mostra che ogni contrapposizione è priva di significato. Le istituzioni del passato hanno contribuito a fabbricare la famiglia, a regolare compiti e doveri dei suoi membri, a definirne modi e spazi di funzionamento. Il dibattito contemporaneo sull'urgente problema dell'assistenza alla porzione crescente di popolazione anziana potrà difficilmente prescindere da un'analisi così puntuale del passato, e dai suoi risultati inattesi.
Simona Cerutti
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